Elezioni: Gaetano Melchiorre

Elezioni: Gaetano Melchiorre

20 Marzo 2021

Nei giorni di 23, 24 e 25 marzo 2021, la classe studentesca sarà chiamata a prendere parte alle elezioni per il rinnovo della rappresentanza degli studenti negli Organi Collegiali dell’Università degli Studi di Salerno per il prossimo biennio. Tra questi si voterà anche per il Senato Accademico. Abbiamo incontrato il candidato, per la Zona Umanistica della coalizione Avanti Unisa e membro dell’associazione ABCD del corso di laurea in Beni Culturali, Gaetano Melchiorre per affrontare i temi presenti nel programma elettorale.

Chiedete la ridistribuzione delle fasce economiche per venire incontro alle esigenze degli studenti. In che modo intendete cambiare questa ridistribuzione? In che modo vorreste intervenire sulla retribuzione fiscale degli studenti? Con un innalzamento della No Tax Area o un incremento delle borse di studio?
Attualmente le 10 fasce economiche previste dalla ridistribuzione dell’università non coincidono con le esigenze e il patrimonio familiare della classe studentesca. Tema su cui abbiamo raccolto diverse rimostranze e sul quale, come gruppo Avanti Unisa, vorremmo portare in Senato delle proposte valide – un innalzamento della No Tax Area o un incremento delle borse di studio – e complete che stiamo ultimando per cercare di venire incontro quanto più possibile ai bisogni degli studenti. 

Qual è la vostra opinione sulla politica di “Unisa premia il merito” portata avanti dall’Ateneo salernitano? Quale significato attribuite al termine “meritevole”?
Pensiamo che la politica di “Unisa premia il merito” riesca a spronare lo studente a terminare il proprio percorso di studi nei tempi preposti dal corso di laurea. Rappresenta anche un incentivo per coloro che si trovano in difficoltà economiche ed è giusto che ad uno studente che riesce a sostenere tutti gli esami nelle tempistiche previste venga attribuito un merito. Come gruppo Avanti Unisa siamo consapevoli dell’importanza di questa manovra che l’università sta portando avanti negli anni e continueremo a supportarla.

Il Garante dei Diritti degli Studenti è una figura che manca in ateneo da anni, avete intenzione di proporre l’istituzione di questo ruolo? Se sì, quale tipo di figura immaginate? Una commissione formata da studenti e docenti o una semplice delega del Rettore ad una persona di sua fiducia?
È una figura di cui sicuramente proporremo l’istituzione e come composizione pensavamo ad una commissione in cui rientri anche la rappresentanza studentesca, portavoce delle esigenze e delle problematiche riscontrate dalla comunità accademica che possa interfacciarsi con gli altri componenti per arrivare ad un punto d’incontro e proporre le eventuali soluzioni. Personalmente, credo che questo sia l’obiettivo che, a prescindere dalla fazione politica e dal candidato, la rappresentanza studentesca voglia perseguire, anche considerando il lavoro svolto in precedenza.  

In questo anno di pandemia, in che modo avete cercato di raccogliere le testimonianze delle difficoltà della classe studentesca e quali sono secondo voi le priorità in relazione alla didattica emerse in questo periodo?
Tramite un sondaggio rivolto alla classe studentesca ci siamo resi conto che le problematiche maggiori riguardano le difficoltà economiche emerse soprattutto a causa della pandemia. Fornire gli strumenti idonei e di supporto per la didattica a distanza è un punto fondamentale da portare in Senato attraverso proposte che comprendono la possibilità di noleggiare modem e device da parte di tutti gli studenti. Ovviamente, la volontà principale è quella di tornare a vivere la realtà universitaria in presenza, ma dal momento in cui ciò non ci è ancora permesso, bisogna garantire e incentivare l’utilizzo di piattaforme digitali dando allo studente l’opportunità di accedervi.   

I trasporti sono da sempre il tallone d’Achille del diritto allo studio di questo Ateneo, esacerbato poi dall’emergenza sanitaria. Cosa intendete fare per rendere accessibile il campus da questo punto di vista? Ritenete corrette le misure pensate dall’Ateneo (e vagliate attraverso le opinioni degli studenti tramite un questionario) per la mobilità?
Il nostro obiettivo è quello di aumentare ed ampliare i posti per il trasporto all’interno dei mezzi che sono a disposizione. Sono state effettuate delle migliorie negli anni scorsi, ma sicuramente c’è ancora molto da fare. Soprattutto per garantire agli studenti di recarsi all’università con le dovute precauzioni previste dalla misure anti-Covid e in totale sicurezza (non bisogna dimenticare che, prima dell’emergenza, molti studenti erano soliti condurre il viaggio in pullman in piedi). Per questo, incrementare le corse e il numero di mezzi disponibili è un obiettivo da raggiungere. 

L’Unione Europea si è espressa sulle attività di tirocinio svolte dagli studenti chiedendo che vengano retribuite. L’Unisa intende recepire tale normativa e in che modo vigilerete che questo sia fatto? Qual è la vostra posizione a riguardo?
L’intenzione è quella di contribuire su ogni aspetto che riguarda il tirocinio. Sollecitare un monitoraggio ed un incremento delle sedi convenzionate con i vari corsi di laurea affinché la pratica di tirocinio abbia maggiore fruibilità. Molti studenti hanno riscontrato delle difficoltà, soprattutto durante questo periodo, nel trovare un’azienda in cui svolgere l’attività formativa e questo ha inciso anche con il normale proseguimento del loro percorso di studi. Non possiamo che essere favorevoli alla normativa dell’Unione Europea perché comporta un vantaggio per la categoria degli studenti. Inoltre, un punto fondamentale del nostro programma riguarda anche il rapporto tra università e mondo del lavoro. La proposta che vorremmo portare in Senato è quella relativa all’attivazione di corsi extra di preparazione ai concorsi pubblici e l’inserimento di corsi di formazione per l’utilizzo di software aziendali in modo da fornire ai laureati un vasto bagaglio culturale con cui affrontare il mercato lavorativo. 

Per la categoria degli studenti fuorisede, in questi mesi sono emerse diverse difficoltà: non sempre le agevolazioni hanno consentito di recuperare le spese per gli affitti e tuttora manca per loro la possibilità prendere parte alle elezioni nazionali (dovendo far rientro nei propri comuni) e sempre tuttora manca una assistenza sanitaria nella città in cui studiano. Su questi punti qui, cosa proverete a fare?
Proveremo a garantire agli studenti fuorisede dei contributi (come quello istituito dalla Regione Campania lo scorso maggio) per sostenere le spese affittuarie che li aiutino a ritrovare una stabilità economica quasi assente negli ultimi tempi. Per quanto riguarda le elezioni nazionali, un esempio da poter seguire potrebbe essere proprio le modalità in cui si svolgerà la tornata elettorale dell’università e quindi istituire una piattaforma online in cui i fuorisede possano esprimere la loro preferenza senza doversi recare nel proprio comune di residenza, garantendo così l’esercizio del diritto di voto a livello nazionale. Per l’assistenza sanitaria, l’obiettivo – complicato da perseguire dato il particolare periodo che l’Italia sta attraversando –  è quello di ampliare le strutture sanitarie previste all’interno dell’ateneo. 

Ad oggi le aule sono quasi sempre occupate dalle lezioni e gli eventi che le stesse associazioni organizzano di volta in volta devono sempre incastrarsi con gli orari delle lezioni. Un campus così grande, che aspira ad tipo di vivibilità più aperta, non dovrebbe avere degli spazi esclusivamente adibiti alle attività culturali? Il discorso si collega anche alla stessa presenza delle associazioni in ateneo. Non sono poche le associazioni che in ateneo posseggono una sede, se confrontate con quelle che non ce l’hanno?
L’ateneo ha degli spazi enormi che risultano inutilizzati e rivalutarli come luoghi in cui svolgere degli incontri culturali è una proposta da portare avanti. Magari pensando ad un’organizzazione che non faccia combaciare gli eventi promossi con gli orari delle lezioni, anche se questo risulterebbe complicato dato l’elevato numero di corsi di laurea. Per la questione relativa alle sedi è importante che le associazioni, indipendente dalla politica universitaria, abbiano dei luoghi in cui poter fornire allo studente un supporto completo per reperire del materiale didattico o, comunque, garantirgli un ambiente in cui potersi recare in caso di necessità. Le associazioni devono avere una sede che l’aiuti ad essere un punto di riferimento per la classe studentesca.

Proponete di pubblicare un podcast online sulle attività dei consigli in modo da tenere aggiornata la comunità universitaria sulle decisioni della rappresentanza. In che modo secondo voi dovrebbe evolversi il rapporto tra rappresentanti e comunità studentesca?
Questo podcast online è nato soprattutto considerando  la situazione di disagio che si è creata all’interno del nostro paese. Era un obiettivo, però, da raggiungere e proporre anche prima perché non tutti gli studenti iscritti hanno la possibilità di vivere l’università a 365°. Il podcast online può essere un modo per mantenere sempre aggiornati e informati le categorie che si sentono lontani dalla realtà accademica e conoscono poco il lavoro della rappresentanza. Sono molti gli studenti che sono anche genitori o comunque hanno degli impegni familiari da portare avanti. A questo proposito, un punto del nostro programma riguarda l’istituzione di un appello straordinario per venire incontro a questi studenti e fornire loro più supporti e agevolazioni possibili. 

Chiederete di conservare la didattica a distanza quando si potrà tornare in presenza? E quindi di conservare una didattica mista anche per il futuro?
La domanda che mi sono sempre posto è perché si è dovuto aspettare di fronteggiare una situazione del genere per approcciarsi alla modalità di didattica a distanza. Premesso che è fondamentale tornare a vivere l’università in presenza perché l’interazione quotidiana e ravvicinata con colleghi e professori permette una crescita complessiva dello studente. Purtroppo, però, molti di loro ad esempio provenienti da altre città non riescono a sostenere le spese che la condizione da fuorisede comporta ed è per questa parte di studenti che è essenziale confermare la didattica a distanza e non abbandonarla in una situazione di post-pandemia. 

Secondo voi, quanto è importante il potenziamento della fruizione del servizio del Centro Counseling dell’Ateneo?
È molto importante perché rientra nelle migliorie da dover attuare per agevolare lo studente nell’affrontare il proprio percorso di studi nella maniera più consona possibile. Qualsiasi proposta o idea che comporta un vantaggio per la comunità accademica è da perseguire.

Per la tematica relativa alla sostenibilità ambientale dell’Università quanto ancora c’è da fare secondo voi? Come andrebbe ridotto ad esempio l’uso della plastica?
Il nostro obiettivo è quello di mettere a disposizione qualsiasi servizio, come ad esempio più punti di raccolta differenziata, per garantire la sostenibilità ambientale dell’università. A prescindere dall’uso della plastica, però, bisogna sensibilizzare ed invitare gli studenti a rispettare l’ambiente accademico, riponendo il rifiuto nell’apposito contenitore ed evitando di buttare a terra le cicche di sigarette. Al contempo, noi come rappresentanza daremo il massimo per ottenere l’installazione di più punti di riferimento per la raccolta. Insomma, deve essere un lavoro reciproco.

Durante questo periodo di emergenza, dove tutte le attività sono state spostate a distanza, il tema del digital divide è ritornato in auge. Chiederete di ripristinare il servizio di kit connettività per gli studenti che non hanno fatto in tempo ad ottenerli? Oltre al kit di connettività previsto dall’Ateneo, secondo voi quale manovre sarebbe necessario attuare?
Come tutti i rappresentanti sosterremo il ripristino del servizio di kit connettività per gli studenti cercando di incentivare una velocizzazione del sistema di spedizioni, considerando che non sappiamo quando terminerà questo periodo d’emergenza. A parte questo stiamo lavorando per ultimare e vagliare nel migliore dei modi altre proposte da sottoporre in Senato in modo valido e completo.

Quanto l’Unisa è indietro rispetto ad altre università che hanno consentito lo studio all’interno delle loro sedi durante i mesi scorsi? In che modo, inoltre, secondo voi, sarà possibile ritornare per studiare negli edifici delle biblioteche? Si dovrà pensare anche lì ad un sistema di prenotazione posti?
L’Università di Salerno è indietro da questo punto di vista perché già altri atenei, in zona gialla, hanno permesso l’accesso agli studenti. L’obiettivo è quello di farlo anche qui, ovviamente quando la situazione lo permetterà e torneremo ad essere tra le regioni con minore rischio di contagio. È fondamentale rivalutare gli spazi inutilizzati che possano diventare delle aule-studio e strutturare un piano per fornire alla comunità accademica un luogo in cui recarsi per studiare e trovare la giusta concentrazione. Certamente, anche attraverso la riaperture delle biblioteche dell’ateneo e adeguandosi a tutte le precauzioni necessarie. Un sistema di prenotazione online dei posti può essere un modo per garantire il rispetto delle distanze, evitare il sovraffollamento delle strutture e, in generale, permettere all’ateneo di organizzare al meglio l’accesso al campus.  

La Redazione