Elezioni Paritetiche: chi ha vinto/perso?

Elezioni Paritetiche: chi ha vinto/perso?

28 Maggio 2023

Le elezioni per il rinnovo della rappresentanza studentesca nelle Commissioni Paritetiche si sono concluse: gli/le eletti/e sono stati/e proclamati/e e le locandine sono state dismesse. Al di là di chi abbia vinto o perso, forse è il caso di porre l’attenzione sulle modalità con cui questo incontro elettorale si è svolto. 

Le elezioni sono state indette con una finestra temporale piuttosto breve, mettendo forse in difficoltà anche le stesse associazioni studentesche che hanno dovuto organizzare la propria candidatura in tempi stretti. Nessuna comunicazione è stata fornita sul perché, nonostante siano terminati i mandati di tutte le rappresentanze studentesche interne all’ateneo, ad essere rinnovate sarebbero state soltanto le Commissioni Paritetiche posticipando gli altri rinnovi in autunno. Non è chiaro neanche perché il voto sia stato organizzato a distanza nonostante si sia già votato nel 2022 in presenza. Quali che siano le risposte a queste domande, ciò che desta sospetto è che quando si tratta di elezioni, sembra non si avverta mai l’esigenza di dare spiegazioni, di giustificare una decisione: rinnovare solo le Commissioni Paritetiche è una decisione, svolgere le votazioni a distanza è una decisione.  Perché si sia scelto questo e non altro non è dato saperlo e non sembra che qualcuno si premuri di comunicarlo. 

Rappresentativo di questo atteggiamento è il fatto che, a un giorno dal voto, ci fossero ancora cinque Dipartimenti dell’Università a non aver pubblicato sul proprio sito la lista dei candidati. In che modo può essere garantito l’accesso alle informazioni da parte della classe studentesca se neanche l’elenco dei candidati è reperibile? Come possono gli studenti e le studentesse scegliere liberamente e autonomamente chi votare se non possono neanche informarsi su chi si sia candidato/a? Si sta implicitamente chiedendo alle associazioni che si candidano di sopperire a questa mancanza, e quindi di consentire una propaganda massiccia in ateneo e sui social. Ma questo non è garanzia del diritto di voto né della possibilità per gli studenti e le studentesse di elaborare autonomamente una scelta.

Assistiamo, ancora una volta, ad un generale disinteresse dell’amministrazione ad assicurare agli studenti e alle studentesse un accesso reale e libero alle informazioni inerenti agli organi in cui sono previste le rappresentanze studentesche. Le elezioni vengono indette per un’esigenza burocratica, per rispettare i termini, e non sembra interessare se il tempo che intercorre tra l’indizione e il voto sia sufficiente per chi intende candidarsi a prepararsi o per chi vota ad informarsi.

Vince, ancora una volta, chi è veloce. A candidarsi, a scegliere, a votare, a posizionarsi. Nulla si continua a fare per chi invece vuole prendersi del tempo, vuole informarsi, vuole pensare e infine vuole scegliere. Eppure le Commissioni Paritetiche svolgono un ruolo importantissimo nei corsi di laurea, talmente tanto che il tempo per prepararsi e ponderare accuratamente le proprie decisioni va preso.

Tutto ciò non fa che inasprire la rappresentanza, la competizione tra le associazioni e la stessa campagna elettorale che, automaticamente, diviene più invadente. Gli studenti e le studentesse si ritrovano ad essere fermati/e in ateneo, contattati/e sui social o tramite i gruppi Whatsapp. Ad irritare la classe studentesca, a parte il continuo e costante sollecito a recarsi al voto, è il sentirsi esclusi per tutto il periodo antecedente e successivo alle elezioni

Tutto questo non de-responsabilizza le persone che hanno assunto atteggiamenti scorretti nei confronti degli studenti e delle studentesse o di appartenenti ad altre associazioni. Su Spotted Unisa una persona ha denunciato: “le elezioni vengono percepite anche in maniera sbagliata anche dell’atteggiamento che hanno. Ad esempio oggi in classe mia alle 11 spaccate, quando il prof ha terminato la lezione e stava ancora posando il suo materiale, sono entrati letteralmente i ragazzi delle associazioni come se fossero una squadra di rugby (per non fare altri paragoni). E ad un certo punto ho visto un ragazzo di un associazione dare letteralmente uno spintone assurdo ad un ragazzo, molto amico con un ragazzo dell’associazione “avversaria”, per entrare, che poverino è volato via. A quel punto si è accesa una litigata al centro della classe tra le due associazioni contendenti, dove in tutto ciò ci sarebbe stata un’altra lezione. La storia si conclude che dei ragazzi che dovevano seguire la lezione successiva hanno mandato le associazioni fuori dalla classe per disperazione. Però quella scena da spettatore esterno era assurda, c’è arrivare alle mani per prendere due voti. E io dovrei votare sta gente?”, così com’è da denunciare il danneggiamento dei manifesti elettorali a danno dell’associazione RUN – Salerno (e anche quelli di Linguisticamente sui quali sono stati disegnati dei baffi neri. L’associazione ha deciso di ironizzare sull’accaduto tramite una storia Instagram con la dicitura “Ringraziamo l’autore per il guizzo artistico e la colta citazione”) avvenuto tramite una minaccia di morte rivolta ad una candidata. La pratica di manomettere i manifesti della rappresentanza è un esercizio di violenza, una modalità plateale ed omertosa di mostrare il proprio dissenso, mai sui contenuti, sempre sul personale. Il clima di tensione creato per le elezioni delle Commissioni Paritetiche ha demolito ogni possibile occasione di confronto, spostando l’attenzione di studentesse e studenti sui numeri e sul fastidio subito tra messaggi e telefonate.

È chiaro, quindi, che le elezioni, se organizzate sempre in questo modo, non possono che far male alla comunità studentesca. Il confronto ormai è solo uno scontro.  L’amministrazione indice le elezioni. Chi fa rappresentanza si organizza come può. E chi è studente/studentessa ne subisce gli effetti: pressioni, fastidio, e non sapendo come comunicarlo, finisce per inquadrare il candidato/la candidata/l’associazione in modo negativo e questo a sua volta spinge gli studenti/le studentesse ad allontanarsi dalla possibilità di fare associazionismo.

Chi ha vinto lo si legge sul sito del singolo Dipartimento. Ad eccezione di DICIV, DIIN e DIPMED che non hanno ancora provveduto alla pubblicazione degli esiti. A perdere, invece, siamo sempre un po’ tutti/e, non tanto per le cariche ma per il clima di competizione che ancora attraversa l’ateneo e perché il confronto rispettoso e l’aggregazione scarseggiano sempre più.

Nota a margine di pubblicazione: sulla sezione sito dei Dipartimenti sopra menzionati non sono presenti gli esiti elettoriali, tuttavia gli stessi sono presenti sull’Albo pretorio d’Ateneo.

 

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