L’Amica Geniale: una serie decisamente al femminile

L’Amica Geniale: una serie decisamente al femminile

23 Dicembre 2018

Prima di catapultare il pubblico nella Napoli anni ’50, i primi quattro minuti dell’episodio iniziale dell’Amica Geniale, serie televisiva andata in onda recentemente in prima serata su Rai Uno, rivolgono uno sguardo al presente. Un inizio delicato rappresentato dallo squillo di un cellulare a notte fonda. A rompere il silenzio è un figlio preoccupato, in ansia per la scomparsa della madre, che cerca aiuto in Elena senza trovarlo perché ormai è stanca di correre dietro a quell’amica che è sempre stata un passo davanti a lei e, arrivata a sessanta anni, trova la forza di dire basta. “Arrangiati”, è così che pone fine alla chiamata. Una parola che racchiude tutta la rabbia accumulata negli anni. Lila ha sempre voluto esagerare e anche adesso, cercando di cancellare tutta la sua vita, continua a farlo. Forse di fondo c’è uno sbaglio che non riesce a perdonarsi, ma questo lo spettatore non lo sa. Solo Elena conosce l’intera storia. Con il buio ancora alto in cielo e il cane che la fissa confuso, prende posto dietro alla scrivania e accende il portatile davanti a lei. Così inizia a scrivere di un’amicizia nata nella competizione, dei segreti mai confidati e della violenza che senza saperlo hanno condiviso insieme. Decide di raccontare di lei e Lila, partendo dall’infanzia, dalla scuola elementare e dal momento in cui scelse di esserle amica. Lo spettatore non può fare altro che restare a guardare, quasi incantato dalle sue parole che lo trasporta indietro nel tempo in un rione napoletano dimenticato, distante dalla realtà partenopea di allora.

La trasposizione cinematografica dei romanzi di Elena Ferrante vede come protagoniste due bambine che, pur vivendo a Napoli, non hanno mai visto il mare. Solo una delle due, Elena, riuscirà a vederlo rimanendo incantata per la maestosità e la forza che vorrebbe fare propria. Un’amicizia che nasce anche da un desiderio comune: continuare a studiare nonostante la povertà, sia economica che culturale, di quel rione costituisse un impedimento. Anche essere donne lì è una sfida. È una scelta, quella che le attende fin da piccole: se sottomettersi e accettare le regole imposte dalla loro famiglia o combattere una battaglia forse già persa in partenza. Raffaella Cerullo, per tutti Lila, sceglie la strada più tortuosa perché lei è fiera sia di essere donna che di voler studiare. Ha talento e vuole dimostrarlo, ma ad accorgersene sono solo suo fratello Rino e la maestra Oliviero. Nonostante il suo ardente desiderio è costretta ad arrendersi davanti al divieto assoluto del patriarca della famiglia, Fernando Cerullo, sancito con violenza: il braccio rotto di Lila dopo il lancio, in preda alla rabbia, dalla finestra aperta della cucina. Una scena verso la quale non si può fare altro che rimanere paralizzati, proprio come Elena Greco. “Sto bene, non è niente” mima Lila dolorante a terra ed Elena osserva inerme. Quest’ultima, invece, riesce a convincere la famiglia a farle continuare gli studi. Se dall’altra parte del palazzo abita un padre violento e testardo, di qua c’è un padre buono, pronto ad assecondare il desiderio della figlia, nonostante la madre, il vero centro di gravità della famiglia Greco, sia contraria. Entrambi imporranno una condizione imprescindibile: Elena potrà continuare a studiare, ma solo se sarà la più brava dell’intera scuola. La bambina accetta, conscia che con Lila fuori dai giochi non avrà problemi ad essere la migliore. Dal momento in cui Elena inizia le scuole medie e Lila a lavorare insieme al padre, si sancisce la differenza, per molti troppo grande, tra le due amiche. Quello che fai tu, lo faccio io si erano ripromesse un giorno giocando con le bambole, inconsapevoli che il destino di entrambe le avrebbe portate a vivere due realtà nettamente diverse.

Le strade di Lila ed Elena si incontreranno ancora: la prima aiuterà l’amica a superare le difficoltà con il latino, la seconda ammirerà la continua determinazione dell’altra. Si scopriranno più complici, più consapevoli e più unite. Le sfide nell’ambito scolastico che hanno dovuto affrontare sono ora diventate quelle di emancipazione per coltivare amori che siano spontanei e, soprattutto, non imposti da altri. Ma i loro desideri, ancora una volta, si scontreranno con una società malata che continuerà a spezzare i loro sogni.  Elena, ad Ischia per l’estate, incontra di nuovo Donato Sarratore, un uomo che in apparenza sembra essere devoto alla moglie e alla sua famiglia, ma dietro il quale si cela un mostro che una notte le siede accanto, la bacia con forza violandole il corpo e l’anima. Elena non riesce a contrastare quelle mani, a spingere via quelle labbra, rimane inerme, paralizzata e vive l’intera scena come se non fosse lei la protagonista. Il mattino seguente prepara le valigie e torna a casa. Non racconterà a nessuno quell’episodio, neanche a Lila tanta è la vergogna. L’unico testimone è lo spettatore che in preda alla rabbia, per la seconda volta, resta impotente. Lila invece ha combattuto contro la sua famiglia per sposarsi con Stefano Carracci, un uomo di cui si fidava con cui credeva che sarebbe stata felice. Ma lui agisce alle sue spalle chiedendo aiuto ad un membro della famiglia Solara, la persona che Lila odia di più e da cui è riuscita a sfuggire, per un problema economico. Durante la cerimonia, Elena comprende che unirsi a Lila per fuggire dal rione non ha fatto altro che imprigionarla ancora di più. Fa quasi paura realizzare come l’ambiente in cui viviamo, il modo in cui siamo educati ad affrontare il mondo possa cambiare così intensamente il nostro essere, nonostante tutta la forza che impieghiamo per non farlo accadere. Corre via, ma torna indietro perché nonostante sia delusa da Lila l’istinto di esserle accanto è troppo forte. Io conoscevo un’altra Cerullo” sono le parole che accompagneranno Lila e lo spettatore fino alla fine. Parole pronunciate dalla maestra Oliviero, l’unica a credere in lei quando era piccola, che ha rifiutato di vederla unirsi in matrimonio con quell’uomo. Un dubbio assale Lila, mentre vede Marcello Solara entrare al suo matrimonio nonostante il suo aspirante marito le avesse promesso il contrario, la maestra aveva ragione? Chi è diventata Raffella Cerullo e, soprattutto, chi è in realtà l’uomo che ha appena sposato?

La prima stagione della serie evento si conclude così: lasciando lo spettatore incredulo, vorrebbe non spegnere la televisione e guardare ancora un’altra scena dopo i titoli di coda. Tutte le maschere sono cadute e non si può fare altro che raccoglierle, chiedendosi quale sarà il destino di Elena e Lila. L’amica geniale è una pellicola lenta, ma di impatto, che riesce ad entrare nella mente del pubblico senza imporsi e il merito, oltre alla regia di Saverio Costanzo, è delle attrici Elisa Del Greco e Margherita Mazzucco per Elena, Ludovica Nasti e Gaia Girace per Lila che hanno dato vita ai personaggi del romanzo. Sono entrate nel cuore dello spettatore, riuscendo a raccontare una storia complicata, a tratti anche pesante, di cui, forse, neanche immaginavano l’esistenza. La pellicola narra di un pezzo di Napoli dimenticato, di un’amicizia-rivalità, ma soprattutto di due donne, e non bambine, che con ogni mezzo hanno cercato di autodeterminarsi. Di scrivere la loro storia senza la presenza di un altro sceneggiatore, di essere libere e donne. I libri che hanno letto, le strade che hanno percorso, le battaglie che hanno combattuto, le vittorie che si sono guadagnate non sono stati altro che mezzi per essere Elena Greco e Lila Cerullo. E nessun altro. Una storia che potrebbe risalire a parecchi anni fa, ma che di fatto racconta un sentimento profondo che non conosce né tempo né luogo.

 

Annaclaudia D’Errico