Unisa-Nocera: una lotta comune

Unisa-Nocera: una lotta comune

29 Ottobre 2018

Una difficile realtà lavorativa attraversa i 28 km che separano l’Università degli Studi di Salerno dal comune di Nocera Inferiore, quella a cui un gruppo di donne sta da tempo cercando di far fronte. Il settore è quello delle pulizie e vede coinvolto un numero significativo di lavoratrici che nonostante l’ordinaria gestione delle mansioni si ritrovano a dover vivere con malessere la propria esperienza lavorativa.

Succede all’Università degli Studi di Salerno quando, in seguito ad una gara vinta al ribasso dalla Gioma Facility Manager, le operatrici si ritrovano a dover portare a casa uno stipendio ridotto, a cambiarsi in una stanzetta molto distante dai luoghi di loro gestione, e a dover far fronte all’indifferenza generatasi all’interno del campus da parte della classe studentesca e della governance d’ateneo.

Succede anche presso il comune di Nocera Inferiore, da quando l’azienda aggiudicatrice del servizio ha smesso di pagare mensilmente i suoi dipendenti. Da un po’ di tempo per le lavoratrici è iniziato un calvario: ogni giorno presenti a lavoro, con mansioni regolarmente svolte e a fine giornata l’incertezza e il timore che non si verrà mai pagati per l’operato svolto. Per sovvenire al problema l’amministrazione comunale ha deciso di pagare in prima persona le lavoratrici una somma di €300,00 e di darne altri €150,00 alla ditta col fine di passarli alle lavoratrici. Somma che, però, è sempre stata trattenuta dall’azienda senza mai passare per le mani delle lavoratrici, che dunque da tempo stanno facendo affidamento unicamente sui €300,00 versati dal comune. La strada intrapresa dall’amministrazione nocerina, nonostante riesca a determinare qualche riscontro positivo, appare più come la volontà di aggirare il problema che come quella di affrontarlo per risolverlo. Tra le possibili strade percorribili ce n’era, infatti, una che avrebbe sicuramente aiutato molto di più le lavoratrici: rescindere dal contratto per gravi inadempienze dell’azienda.

Soluzioni contrattuali e politiche che avrebbero liberato, tanto l’Università quanto il Comune, dal malessere generatosi. La prima avrebbe infatti potuto non rinnovare l’anno scorso il contratto all’azienda Gioma Facility Manager e il secondo avrebbe potuto semplicemente esercitare i suoi diritti in capo al contratto ed evitare che il disagio si perpetrasse così a lungo. Ma vista la mancanza di volontà da parte degli organi decisionali, il tempo dovrà riuscire a fare il suo corso. Fin quando una nuova gara, per entrambi i luoghi pubblici, non sarà più rinviabile. Ma neanche questo tuttavia costituisce una soluzione così vantaggiosa per le addette alle pulizie. Entrambi gli enti pubblici stanno infatti facendo affidamento sull’outsourcing scegliendo aziende e ditte esterne per la gestione di servizi, quali quello delle pulizie. Le lavoratrici di conseguenza si trovano di volta in volta assunte da nuove aziende e talvolta con un abbassamento dello stipendio dovuto all’abbassamento anche delle ore lavorative. Per Nocera una soluzione si pone e a proporla è stata l’organizzazione politica Potere al Popolo che all’amministrazione comunale ha chiesto di affidare il servizio di pulizie alla società partecipata, la Nocera Multiservizi, con contestuale assunzione di tutte le lavoratrici. La faccenda poteva quindi avere un epilogo positivo per le lavoratrici ma il Comune, piuttosto che accettare la proposta, ha preferito annunciare la nuova gara che si terrà entro la fine di quest’anno. 

È una lotta comune quella che si è generata tra Nocera e Fisciano, condotta da donne che non chiedono altro che rispetto per il loro lavoro. Un rispetto che, come per tutti i lavori, passa attraverso il giusto corrispettivo mensile. Sono donne che in questo lungo arco temporale hanno dimostrato di non aver alcun timore nel manifestare il loro disagio lavorativo, non quando una di queste si è incatenata alle colonne del Rettorato né quando altre hanno affisso diversi striscioni nei pressi del comune. Sono donne che, anche attraverso il sostegno di esterni, hanno cercato di lanciare un messaggio che vale la pena ascoltare: la dignità di un lavoratore non è mai in vendita. Neanche quando una gara è perfettamente in linea con tutte le regole giuridiche, neanche quando del problema si fa carico il luogo pubblico stesso. La dignità lavorativa passa attraverso un corrispettivo economico, idoneo alle mansioni svolte e alle ore effettuate, e regolarmente corrisposto a fine mese. Sono garanzie, queste, che non possono più essere calpestate.

Antonella Maiorino