Halloween Night: Il costume di Stefano Cucchi

Halloween Night: Il costume di Stefano Cucchi

1 Novembre 2014

Ieri era Halloween e in varie parti d’Italia si è preso parte a questa festa di origine celtica, che ormai si sta radicando anche qui nel nostro Bel Paese: diventando a tutti gli effetti un carnevale da fine ottobre.

I piccoli giocano a dolcetto e scherzetto, tuttavia i più grandi non si redimono, facendosi coinvolgere tra maschere e costumi: anch’io ho preso parte alla festa, così ho deciso di travestirmi. Da cosa?

Io per il travestimento ho scelto di essere originale: troppo scontati questi vestiti da dracula, strega e zucca. Io mi travesto da Stefano Cucchi.

Non sono un lettore assiduo di gialli, ma quando ho scoperto questa collana intitolata “Non è STATO nessuno” ne sono rimasto appassionato. Per capirci, ho imitato quei cosplay che si travestono come i loro personaggi d’animazione preferiti. Io, appunto, faccio lo stesso con Cucchi. C’è una differenza sostanziale però: non ho bisogno di spendere chissà quanti soldi per trovare gli oggetti più adatti, gli effetti speciali più sofisticati, confondere i passanti su cosa sia reale e su cosa sia finzione;  insomma esagerare per stupire gli altri. A me invece basta solo un sapiente make up per curare il viso e farlo apparire: tumefatto, distrutto, segnato da percosse e abusi, per confondere gli altri su cosa sia reale e su cosa sia finzione.

Il romanzo di Stefano Cucchi racconta la storia di questo ragazzo, geometra romano, arrestato per qualche grammo di hashish, che viene fermato il 15 ottobre e il giorno dopo gli viene convalidato il fermo dell’arresto. Lo ritroveranno senza vita il 22 ottobre in un letto di ospedale con lesioni a vertebre e coccigee, ecchimosi alle gambe, all’addome, al viso ed un peso di 37 chilogrammi. I colpevoli?

Le indagini vertono sugli infermieri, i poliziotti e infine i medici: i primi due verranno prosciolti in corte d’Assise gli ultimi assolti in appello, facendo dunque decadere l’accusa di omicidio colposo. Nonostante le prove, le foto, i segni di malnutrizione e abusi sul corpo, dunque si arriva ad una conclusione:

non è STATO nessuno.

Nessuno l’ha malnutrito e trattato come una bestia, nessuno ha fatto mattanza sul suo corpo, nessun esponente politico ha buttato fango sul suo conto, nessun segno di omertoso silenzio. Nessuno, non è STATO nessuno.

Non ve lo aspettavate un finale del genere, eh?

Ah ma la collana ha altre perle: le storie di Aldrovandi, Scaroni, Uva, Sandri.

Indovinate un po’, anche qui, chi sono i colpevoli? Nessuno. Non è STATO nessuno.

Qualche mio amico sostiene che tali opere siano tratte da storie vere e non siano finzione: chiaro sono confusi. Se fosse tutto vero, come dicono, ci sarebbe una Giustizia finale certa, lineare, chiara, garantendo ciò che è lo Stato di Diritto. Analizziamo un po’ qualche storia della collana: prendete Giuseppe Uva, se fosse vero tutto ciò, dovremmo conoscere chi e perché causò la sua morte in quella Caserma lì a Varese. Invece, pensate la fantasia dello scrittore, si è dovuto riesumare il corpo dello stesso per poter far luce sui fatti, dopo anni e insabbiamenti vari, ciò sarebbe mai potuto essere possibile in uno Stato di Diritto?

Prendiamo Paolo Scaroni, tifoso del Brescia, subì tre cariche violentissime alla stazione di Verona, senza alcun motivo: l’effetto di ciò è un’invalidità al 100%. E dopo 8 anni dall’accaduto, dopo testimonianze e video che provano appieno l’ingiustizia, cosa succede? Assoluzione degli 8 agenti della celere coinvolti. Suvvia può questa essere realtà? Possono essere reali queste storie che vedono Donne, Madri o Sorelle che siano, lottare contro gli abusi di potere, contro i soprusi, contro una (non) Giustizia? Soprattutto può definirsi un Paese democratico se lascia da sole a combattere eroine come: Patrizia Moretti, Ilaria Cucchi, Lucia Uva?

Vedete è tutta finzione, come Halloween, in fondo: non è successo niente. Non è STATO nessuno.

Gian Luca Sapere