Fuori sede: ambiguità amministrativa

Fuori sede: ambiguità amministrativa

24 Novembre 2020

I fuori sede sono stati tra gli studenti universitari più in difficoltà nel 2020. Bloccati tra affitti alti, non rimborsati nel caso di strutture private, legati a locali che non sempre sono stati frequentati, lasciati fuori dai seggi elettorali per il referendum costituzionale. In Campania questa penalizzazione potrebbe farsi ancora più rilevante dato che la gestione del Bando per la Borsa di studio sembra voler lasciare fuori una fetta rilevante di studenti.

Il riferimento è a tutti quelli che chiedono di alloggiare da fuori-sede non all’interno dei locali adibiti dall’ateneo salernitano, ma da quelli privati attraverso un regolare contratto di locazione. Ipotesi prevista dall’articolo 7 del Bando che specifica che gli studenti possono essere divisi in “pendolare”, “in sede” e “fuori sede”. In quest’ultimo caso vengono chiesti tre requisiti: frequenza di un corso di studi tenuto ad almeno trenta chilometri di distanza dal proprio comune di residenza; alloggio a titolo oneroso nel comune sede del corso o in paese con esso confinante da dimostrare mediante assegnazione di un posto alloggio in una delle residenze universitarie e/o un contratto di locazione ad uso abitativo regolarmente registrato; permanenza nell’alloggio per almeno dieci mesi. Secondo quest’articolo è quindi possibile rientrare nello status di fuori-sede pur abitando in un alloggio diverso da quello interno all’università.

Gli studenti che hanno partecipato al bando hanno presentato la documentazione necessaria per il riconoscimento dello status di fuori sede entro il 29 ottobre, ma poi si sono imbattuti in uno strano caso di ambiguità amministrativa adottata dal personale che ha informalmente negato agli studenti di usufruire di tale possibilità rimandandoli alla lettura dell’articolo 10 del Bando.

L’articolo in questione recita “per gli studenti che concorrono per un posto letto presso le Residenze universitarie nel Campus di Fisciano (SA) e a Benevento e che risulteranno idonei nelle graduatorie provvisorie del concorso, l’accettazione del posto alloggio assegnato è condizione necessaria per ottenere lo status di fuori sede. In caso di non accettazione lo studente acquisirà automaticamente lo status di studente pendolare, anche se in possesso di contratto di locazione presso privati”.

L’Azienda per il Diritto allo Studio Campano ha pubblicato un bando che si auto-contraddice nei due articoli sopra menzionati: da una parte sostiene che sia possibile conservare lo status da fuori sede pur alloggiando in una struttura privata, dall’altra smentisce questa opportunità elevando l’alloggio interno delle università a requisito essenziale per il riconoscimento di studente fuori sede. Se ciò dovesse realmente accedere, gli studenti verrebbero considerati solo dei pendolari perdendo una parte rilevante della borsa di studio.

L’associazione studentesca Link Fisciano si è occupata del caso organizzando un presidio studentesco di fronte alle residenze di Fisciano che si è tenuto il 4 Novembre e una mail-bombing che si è svolta il 18 Novembre oltre a chiedere da settimane un tavolo tecnico con l’Azienda per il Diritto allo Studio Campano e l’Università di Salerno.

L’unica risposta pervenuta ad oggi riguarda gli idonei non assegnatari che avevano inoltrato una lettera di manifestazione di interesse all’amministrazione per essere inseriti nella lista di coloro a cui affidare alloggi interni. La pratica di assegnazione è stata sospesa per diversi giorni ed è stata ripresa soltanto ieri. Chi però non ha presentato la manifestazione di interesse perché non intenzionato ad occupare un posto all’interno degli alloggi universitari – preferendo quello privato regolarizzato attraverso contratto di locazione – è rimasto inascoltato. 

Risolto un problema, ne restano ben altri. Tra cui il rimborso per il servizio ristoro relativo all’anno accademico 2019/2020 che ancora attendono gli studenti da mesi e la situazione degli studenti contrattisti. Studenti fuori sede che vorrebbero solo vedersi riconosciuti un diritto, previsto dallo stesso Bando per la borsa di studio, e ora sospeso come sono state le tante situazioni di difficoltà vissute negli ultimi mesi tra affitti, locali inutilizzati e impossibilità ad esercitare il diritto di voto.

Almeno uno, almeno quello del riconoscimento dello status da fuori sede per i contrattisti, sarebbe il caso di risolverlo. Un modo per non penalizzare ulteriormente chi ha già affrontato molte difficoltà e cerca soltanto di continuare gli studi nel modo più pre-covid possibile.