Elezioni 2024: Ugo Esposito

Elezioni 2024: Ugo Esposito

20 Maggio 2024

Ugo Esposito ha preso parte all’incontro elettorale del 14-15 maggio candidandosi al Senato Accademico del Polo Umanistico con Studenti Unisa. Lo abbiamo incontrato per chiedergli delucidazioni sulle istanze di cui si è fatto portavoce.

Fai parte dell’associazione ALF – studenti DiSPC, che ha scelto di concorrere alle elezioni studentesche con la coalizione Studenti Unisa. Quali sono le motivazioni di questa scelta?
L’associazione ALF – studenti DiSPC fa parte del Gruppo Futura che si compone di quattro associazioni (ALF – studenti DiSPC, Futura A.U.D., Linguisticamente, Artisticamente) legate storicamente tra loro. Facciamo parte, fin dall’origine, di Studenti Unisa. Al di là del fattore storico, che chiaramente ci accomuna, abbiamo sempre avuto una condivisione di valori e di ideali con chi fa parte del gruppo. Sono valori che muovono i fili di tutte le nostre azioni, sia sul fronte della didattica che su quello dell’organizzazione di eventi e di qualsiasi altra iniziativa per gli studenti. Con Studenti Unisa c’è una chiara visione, siamo sulla stessa lunghezza d’onda.

In relazione alla tematica delle Tasse, all’interno del programma elettorale, proponete tutta una serie di misure tra cui, citandone soltanto alcune, la riduzione del divario delle quote previste tra la IV e la V fascia, e tra la V e la VI, l’ampliamento del vaglio di coloro che possono ottenere un esonero o una riduzione della terza rata. Secondo voi, l’Università di Salerno applica un giusto criterio di tassazione?
Credo che attualmente vi sia equilibrio fra il valore delle tasse e e il numero dei beneficiari di borse di studio. Di base, la nostra idea è che i costi per il mantenimento dell’Ateneo non debbano gravare sulle spalle degli studenti. Il nostro punto di partenza è quello di migliorare ciò che c’è adesso. Nel nostro rogramma elettorale parliamo di innalzamento della No Tax Area, un’iniziativa rappresentativa per la nostra Coalizione. Vogliamo migliorarla. Vogliamo garantire che questi benefici raggiungano la maggioranza degli studenti.

All’interno del programma elettorale, fate riferimento allo studente fuori corso chiedendo l’estensione della No Tax Area e del bando per il part-time anche per questa figura (attualmente il limite per entrambe le misure è quello del I anno fuori corso). Ritenete che la figura del fuori corso sia sfavorita?
Riteniamo che l’estensione della No Tax Area ai fuori corso sia un fattore d’obbligo, è impensabile escludere gli studenti per non aver concluso il percorso accademico negli anni prestabiliti. Vogliamo considerare anche chi ha avuto delle difficoltà, chi ha vissuto i disagi della DAD, che ha caratterizzato l’intero periodo pandemico. La No Tax Area è per noi un diritto degli studenti, a prescindere dal corso di laurea e dall’anno d’iscrizione, è un sostentamento ed un supporto che può spingere chi ne gode a terminare il proprio percorso nella maniera più serena possibile. È giusto che anche i fuori corso possano ottenere le esenzioni e godere dei privilegi che il Campus offre.

Proponete l’istituzione di un Fondo di emergenza per gli studenti. In che modo sarebbe gestito? Quali studenti potrebbero aderirvi? In che modo sarebbe finanziato?
Per quanto riguarda il fondo di emergenza, l’idea è quella di stanziare dei fondi per gli studenti in modo da dare supporto a chi ne ha bisogno. I destinatari del fondo sono ragazzi che soffrono di disagi sociali o psicofisici, gli studenti part-time, lavoratori, oppure gli studenti fuori corso. È un progetto che vogliamo portare avanti con gradualità.

All’Università di Salerno è stata recentemente introdotta la figura del Garante dei Diritti degli Studenti. Nel vostro programma elettorale ne menzionate la figura prevedendo un ciclo di incontri che possa garantire un’interlocuzione costante tra la rappresentanza e il Garante. Quale ruolo immaginate di poter ricoprire in quanto rappresentanti? In quale modo favorirete la partecipazione degli studenti?
Il Garante dei Diritti degli Studenti è sempre stato un proposito interno ai programmi di Studenti Unisa. Fortunatamente siamo riusciti in questo obiettivo. La figura del rappresentante degli studenti non va a sostituire quella del Garante, che ha tutti gli strumenti utili per poter risolvere problematiche legate alla quotidianità, o che vanno ammortizzate. L’idea è quella di creare un canale di comunicazione forte fra noi rappresentanti e il Garante attraverso riunioni, sedute costanti, un dialogo face to face o tramite supporto telematico. Vorremmo installare un servizio di segnalazione tramite ticket, a disposizione non solo dei rappresentanti, ma anche degli studenti, liberi di segnalare qualsiasi difficoltà. Le problematiche da sottoporre possono essere stratificate, ma è essenziale avere una figura che tuteli la classe studentesca, che si esponga per determinate situazioni, anche per gli studenti che fanno parte delle associazioni. Il Garante degli studenti non deve somigliare ad una figura astratta, identificata semplicemente in un nome ed una mail: gli studenti conosceranno il Garante tramite l’organizzazione di eventi, convegni dedicati, realtà associative.

In merito alla Carta dei Diritti e dei Doveri degli Studenti, che è l’atto normativo che introduce la figura del Garante dei diritti degli studenti, quanta consapevolezza ritieni che vi sia da parte della classe studentesca sul suo contenuto? Ritenete si debba fare un lavoro di maggiore consapevolezza? Sapendo che solo attraverso una piena conoscenza dei propri diritti si può al meglio usufruire della figura preposta al rispetto degli stessi.
La Carta dei diritti e dei doveri degli studenti per noi è proprio un syllabus, un testo sacro, guida le nostre azioni. Da Studenti Unisa nasce proprio la volontà di far sì che gli studenti possano essere consci dei loro doveri, ma anche dei loro diritti, da rivendicare in qualsisi momento. Per tutti questi anni la Coalizione si è fatta portavoce di questa istanza. C’è sempre da migliorare, sensibilizzare, avvicinare la comunità studentesca con metodi più inclusivi, che possano fornire una certa consapevolezza allo studente. Ottenere la figura del Garante non è un punto d’arrivo, ma di partenza: da qui si concentreranno tutte le idee per far sì che lo studente si senta tutelato.

L’Open Campus è un punto del vostro programma elettorale: proponete l’apertura serale e nel weekend dei Campus. In che modo pensate di ottenere questi obiettivi, sapendo che il tema si lega inevitabilmente a quello dei trasporti?
Il Campus prima dell’emergenza Covid aveva fasce di apertura molto più elastiche e agevoli rispetto ad oggi. Attualmente il Campus non è chiuso nel weekend, ma è aperto il sabato per lo svolgimento dei TFA. Ovviamente è fondamentale mettere in risalto questa contraddizione: il Campus potrebbe aprire le porte h24, ma senza un servizio trasporti adeguato si perde tutto. Vogliamo, per questo motivo, migliorare la qualità dei trasporti, il numero di corse, la linea 47 inter-campus. Il limite dei trasporti va abbattuto tra i due Campus e ampliato a livello regionale. Oltre a questo, bisogna invogliare lo studente ad arrivare al Campus: non possiamo aprire l’Ateneo senza considerare questa componente. Vivere il Campus è per noi la base dell’essere studenti dell’Università di Salerno: il Campus è uno dei nostri punti di forza, ci differenzia dagli altri Atenei, ci rende propensi alla socialità e ci permette di vivere l’Università non solo a livello didattico, ma anche sociale. Senza romanticizzare troppo la vita universitaria: in Ateneo si possono apprendere anche i valori della vita stessa, stando fra studenti, coetanei, conoscendo nuove cose.

In relazione alla presenza di barriere architettoniche (di cui fate menzione nel programma elettorale), quanto ritenete siano accessibili i Campus dell’Università di Salerno?
Sicuramente abbiamo raggiunto un livello più alto di altri atenei, ma c’è tanto da migliorare. Basti pensare alla difficoltà nel raggiungere i bagni: si è spesso ostacolati da banchi, sedie, dovrebbe esserci qualcuno a tutela di quello spazio specifico. Le barriere architettoniche vanno abbattute anche all’interno degli edifici. Per noi l’abbattimento delle barriere architettoniche si traduce anche nell’ampliamento di aule dedicate a specifiche attività: l’apertura di Aule Studio per permettere ai ragazzi di studiare senza ostacolare il normale transito nei corridoi per via di banchetti occupati. Potremmo risolvere numerosi problemi, e noi puntiamo su questo. 

Gli spazi sono una tematica costante nel dibattito accademico. Ritenete vi sia una carenza di spazi e/o una cattiva gestione degli stessi? Ritenete sia equo il criterio attualmente adottato dal bando per l’assegnazione degli spazi per le associazioni studentesche?
Le associazioni sono tutelate da un bando che assegna con un criterio di equità gli spazi associativi. Sicuramente si può migliorare anche da questo punto di vista, non solo per quanto riguarda le sedi, ma anche per le aule, che potrebbero essere gestite dall’Ateneo sotto la supervisione delle associazioni studentesche vicine a quelle zone. Tra l’altro, la zona umanistica manca di aule studio. Le carenze rilevate sono da addebitare ad una reale mancanza di spazi e ad una cattiva gestione di questi. Molto spesso alcune aule interne agli edifici sono uffici semi vuoti. Bisognerebbe fare una rimodulazione generale anche in base all’esigenza dei corsi presenti nelle strutture e della mole di ragazzi che le attraversa. Considerando l’intero Campus, alcuni incrementi sono già in atto: la costruzione dell’edificio F4 ad esempio. Le aule all’interno delle nuove costruzioni dovranno essere saggiamente suddivise attraverso un consulto anche con le realtà associative, che conoscono perfettamente la realtà in cui si trovano. Noi studenti possiamo dare un grande apporto rispetto alla questione spazi.

All’Università di Salerno è ora presente il Servizio Psicologico di base. Ritenete, con questo, esaurito il tema del benessere mentale degli studenti?
La salute mentale deve essere salvaguardata al pari passo della salute fisica, per noi questo è un valore fondamentale. Studenti Unisa porta avanti fieramente tutte le iniziative riguardanti il tema. Con la riapertura del Servizio Psicologico, sono previste otto sedute gratuite. Non sono molte: possono rivelarsi poche per la risoluzione di difficoltà, ma possono essere abbastanza per l’instaurazione di un rapporto. Il tetto delle otto sedute può essere limitante, proprio per questo  vogliamo aumentare il numero di sedute. Come gruppo, vogliamo tutelare la salute mentale e fisica degli studenti attraverso altre attività: più spazi verdi, un atteggiamento di cura per vedere il Campus come la propria seconda casa, un luogo da rendere più bello e più accogliente, più pieno di servizi che possano evitare tanto stress alle persone. Il tema della salute mentale non viene affrontato solo da un fronte, ma in maniera totalizzante.

 Invece i servizi del Presidio Sanitario sono stati ridotti. Cosa proponete a riguardo?
Il polo specialistico è un punto importante della nostra campagna elettorale, volto alla tutela di tutti quegli studenti con problemi di salute o con disagi temporanei. La struttura cerca di fornire un aiuto tempestivo, non deve essere semplicemente un luogo da visitare nel momento del bisogno, ma un centro attivo h24 per gli studenti. Prevenire è meglio che curare e se il Campus è una seconda città da abitare, riteniamo opportuno che vi sia un punto di riferimento in cui gli studenti possono avere un confronto sulla propria salute.

Sul tema della sostenibilità ambientale, l’Ateneo ha adottato un nuovo sistema di raccolta differenziata e ha da poco iniziato la distribuzione delle borracce. Ritenete sia abbastanza? Cosa proponete a riguardo?
L’Università si è mossa in questi anni per la costruzione di un Ateneo più sostenibile con iniziative legate alla distribuzione delle borracce, ad una rimodulazione dei dispositivi adibiti ai rifiuti. Vogliamo portare un miglioramento e un potenziamento di queste iniziative: spesso gli studenti si trovano spaesati nell’affrontare questo tipo di attività. Dobbiamo cercare di non dare l’impressione che queste siano attività effimere, ma portarle avanti con costanza quotidianamente. Una nostra idea è quella di utilizzare i display per fornire pillole sull’importanza della raccolta differenziata, sullo spreco d’acqua e sulle energie rinnovabili, di cui l’Ateneo si fa spesso garante, grazie anche agli innumerevoli pannelli solari presenti nella zona scientifica. Le strumentazioni che abbiamo potrebbero essere sfruttate all’interno di progetti dedicati agli studenti, in modo da consolidare maggiormente il nostro approccio al tema. La nostra generazione dà importanza a queste istanze, viste purtroppo le notizie che sentiamo ogni giorno.

Nel vostro programma elettorale, proponete di intensificare gli accordi con le strutture straniere. Quali criteri, secondo voi, andrebbero adottati per meglio individuare le strutture più adeguate?
L’argomento è molto delicato, ne abbiamo discusso moltissimo all’interno della Coalizione, è necessario tenere in considerazione moltissimi fattori. L’idea di ampliare le offerte con le altre università nasce da un’esigenza anche di rendere la nostra università più internazionale e maggiormente preparata all’accoglienza di studenti Erasmus, persone che molto spesso trovano non ben poche difficoltà dal punto di vista linguistico e su tanti altri aspetti. Non tutte le università sono uguali e condividono lo stesso modus operandi, è importante capire quali atenei offrono dal punto di vista didattico, sociale e morale opportunità in linea con il nostro Ateneo. Chiaramente le situazioni geopolitiche sono costantemente varie e versatili. Gli accordi con università straniere andrebbero presi non solo valutandone l’offerta didattica, ma anche la coerenza con le politiche e i valori dell’Ateneo, come sostenibilità e supporto psicologico.

Alla luce delle considerazione fatte, vuoi aggiungere qualcos’altro?
C’è un punto del programma che si basa sui grandi ideali che hanno portato alla nascita di Studenti Unisa, ovvero garantire allo studente una vita universitaria migliore di quella che abbiamo trovato noi. Con gli orientamenti che l’Ateneo già fa tramite l’organo del CAOT, a cui noi associazioni diamo il nostro contributo, si potrebbe creare un canale di comunicazione diretto con l’organo e potenziare Unisa Orienta con figure che non sono solamente burocratiche, ma fatte da studenti che vivono ogni giorno le aule, affezionati all’Ateneo e che hanno voglia di far sì che anche altre persone possano vivere le esperienze che viviamo noi. Vogliamo che ci sia questa collaborazione e che venga svolta equamente fra le associazioni, in modo tale che lo studente possa essere incontrato non con un foglio in mano, ma a braccia aperte. Inoltre, l’università ha secondo noi il dovere di creare maggiori opportunità post-laurea, non solo con i dottorati (di cui ha un vasto catalogo), ma anche attraverso master di primo livello, e scuole di specializzazione di cui si dovrebbe aumentare il numero.