Elezioni 2024: Francesco Presutto

Elezioni 2024: Francesco Presutto

20 Maggio 2024

Francesco Presutto ha preso parte all’incontro elettorale del 14-15 maggio candidandosi al Consiglio Didattico di Beni Culturali. Lo abbiamo incontrato per chiedergli delucidazioni sulle istanze di cui si è fatto portavoce.

Fai parte dell’associazione ABCD, che ha scelto di concorrere alle elezioni studentesche con la coalizione Studenti Unisa. Quali sono le motivazioni di questa scelta?
La scelta di presentarci con Studenti Unisa nasce da una serie di decisioni prese insieme agli altri membri dell’associazione. Pensiamo che in Studenti Unisa ci sia una sorta di somiglianza con le nostre proposte, i nostri valori, i nostri obiettivi. Abbiamo trovato in loro persone con cui poter parlare, aperte al dialogo. A tal proposito, la campagna elettorale sta andando benissimo, grazie anche alla loro collaborazione. Siamo contenti di aver compiuto questa scelta, la nostra partecipazione al progetto Studenti Unisa è recente, la nostra adesione è stata annunciata un mese fa, contro ogni aspettativa in realtà sembra stia andando tutto bene. Personalmente spero in seguito di continuare a collaborare con questa realtà.

Il corso di Scienze dei Beni Culturali non prevede l’accesso a numero programmato. Siete d’accordo con questa scelta oppure opteresti per il numero chiuso?
Sono favorevole al numero aperto. Scienze dei Beni Culturali effettua già una sorta di selezione attraverso il test d’ingresso, che permette di capire il livello iniziale di ogni studente, assegnando, in presenza di carenze, gli OFA. Credo che questo sistema funzioni, e dia l’opportunità a chiunque di accedere al corso di laurea dando un aiuto concreto per recuperare le proprie mancanze.

Come valutate l’organizzazione degli OFA? Ritenete siano un valido strumento di inserimento degli studenti al corso di laurea?
Per valutare se siano utili o superflui dovremmo essenzialmente analizzare ogni lezione impartita agli studenti, il modo dei docenti di interfacciarsi con la classe ed altri criteri, ma generalmente mi sembra che siano effettivamente un sostegno per gli studenti. Per quanto riguarda l’organizzazione dei corsi, sosterrei una possibile erogazione da remoto per chi non può spostarsi, sono molti gli studenti a non poter presenziare alle lezioni perché svolte nel pomeridiano. Questo disagio lo avvertiamo anche per gli Help Teaching. Spesso i ragazzi si ritrovano a dover usufruire di lezioni poco organizzate, o addirittura con corsi mai partiti, sono in molti a non aver affrontat gli appelli di maggio perché gli Help Teaching non erano ancora iniziati. Chiediamo quindi una maggiore efficienza da questo punto di vista, sia per gli OFA che per i corsi di potenziamento.

All’interno del vostro programma elettorale proponete una rimodulazione degli orari dei corsi e l’introduzione di una pausa pranzo. Quali sono le carenze riscontrate? Quali soluzioni intendete adottare?
Per quanto riguarda la questione spazi, molte volte siamo costretti, insieme ai docenti, a doverci dividere le aule e svolgere eventi estemporanei, e questo può causare stress agli studenti, perennemente in balia di informazioni frammentarie su aule ed orari. Un altro problema è la difficoltà di adeguare il calendario delle lezioni agli orari dei pullman, insieme alla mancanza di una pausa pranzo, già presente in alcuni dipartimenti. Una proposta all’apparenza superflua, ma pensiamo che tener conto del benessere psicofisico della classe studentesca sia importante. Per questo proponiamo di istituzionalizzare la pausa pranzo, in modo da garantire agli studenti un’ora in cui poter pranzare e prepararsi per le lezioni successive. Per quanto riguarda la gestione degli appelli, è necessario che ci sia da parte del Dipartimento chiarezza e organizzazione nei confronti di studenti e docenti, in modo da facilitare l’esperienza accademica di ognuno, senza dover affrontare ulteriori difficoltà.

All’interno del vostro programma elettorale vi soffermate sugli Help Teaching: ne proponete il miglioramento dell’offerta formativa soffermandovi sulla cooperazione tra studentesse e studenti e sulla possibilità che i corsi diventino inclusivi per tutta l’utenza. Cosa intendete nello specifico?
Fare in modo che un corso di Help Teaching funzioni è importante per gli studenti, per il carico di studio e per gli esami che dovranno affrontare. Molte volte i ragazzi affrontano le lezioni con i docenti, senza però avere, alla fine del corso, un piano di studio solido per affrontare l’esame. Senza un corso di potenziamento, i tempi di preparazione si allungano, per questo credo che l’Help Teaching sia fondamentale, ma bisogna rimodularlo e riformarlo in base alle esigenze degli studenti, con orari più consoni e possibilmente paralleli a quelli del corso a cui afferiscono. L’Help Teaching funziona se è complementare allo studio, non deve apparire come un plus, qualcosa in più. Molte volte gli studenti non possono sostenere un esame perché manca questo supporto, dato spesso anche da studenti e dottorandi. Vogliamo dare anche a chi frequenta la magistrale di cooperare con docenti e studenti per rendere l’Help Teaching un corso adatto ad ogni esigenza.

All’interno del vostro programma elettorale proponete l’organizzazione di percorsi d’orientamento per matricole e laurendi/e al fine di indirizzare la classe studentesca verso il più adeguato percorso formativo. Cosa intendete nello specifico?
Causa Covid, non è stato possibile effettuare l’orientamento in entrata per alcuni anni. Da studente iscritto al secondo anno accademico, non mi è mai stato possibile partecipare fisicamente ad un’iniziativa del genere. Quest’anno fortunatamente molti studenti hanno potuto fare un’esperienza simile grazie ad Unisa Orienta. Senza un orientamento d’ingresso, può essere spaesante entrare in un ambiente sconosciuto, sia per le triennali che per le magistrali. Il nostro intento è quello di collaborare con il corpo docente per fornire alla classe studentesca maggiori strumenti per iniziare questo percorso. Affrontare questo percorso non è semplice né per chi arriva dalle scuole superiori, né per chi sta per iniziare un percorso alla magistrale o ad un dottorato. Chiediamo quindi ai professori, con estrema chiarezza, di dare alla classe studentesca più nozioni ed esperienze possibili per capire quale possa essere il proprio futuro. 

All’interno del vostro programma elettorale proponete di incrementare l’offerta formativa relativa ai tirocini. Cosa intendete nello specifico?
Il sistema tirocini non funziona a causa della mancanza di possibilità di scelta. La maggior parte degli studenti si ritrova a fare turni in biblioteca umanistica, in archivi nella provincia di Salerno. Per gli archeologi ci sono maggiori opportunità, i docenti sono collaborativi, generalmente però la scelta è davvero basica. Noi vogliamo proporre un’esperienza realmente formativa, fatta di workshop, convegni, progetti, tutte esperienze che andrebbero potenziate. Chiediamo maggiore varietà sia ai docenti che al personale tecnico amministrativo. 

C’è, secondo voi, nell’area umanistica, una maggiore carenza di spazi?
Credo che l’edificio B sia un’ala del Dipartimento ben curata e che metta a disposizione in tutte le aule strumenti multimediali di supporto per le lezioni. Una buona gestione degli spazi è importante, affinché la componente studentesca possa usarla per lo studio autonomo. Proponiamo un ampliamento degli spazi adibiti allo studio, per studenti, dottorandi e docenti. Vogliamo che il Dipartimento sia inclusivo, accessibile, che la comunità studentesca venga in Ateneo non solo per fruire di un servizio di base. Questo deve accadere anche incrementando le esperienze formative. Vogliamo collaborare con la commissione spazi affinché questo si realizzi. 

All’interno del vostro programma elettorale proponete la suddivisione dei curricula. Cosa intendete nello specifico?
Proponiamo la suddivisione dei curricula perché Scienze dei Beni Culturali offre molti sbocchi a livello accademico. C’è un curriculum storico-artistico, un curriculum archeologico, un curriculum archivistico-bibliotecario. Credo che questo sistema funzioni molto bene. Inoltre, abbiamo la possibilità di includere un esame a scelta tra tutti quelli offerti in altri Dipartimenti. L’esperienza accademica è soddisfacente per ogni curricula. Noi di ABCD vogliamo che questo accada anche per il DISPAC, perché notiamo la presenza di una vasta frammentazione di argomenti, c’è un forte bisogno di percorsi di studi che siano focalizzati precisamente sulla materia di studio che si affronta.

All’interno del vostro programma elettorale proponete l’estensione del fondo bibliotecario del Dipartimento. Cosa intendete nello specifico?
Nel fondo bibliotecario non c’è una grande presenza di manuali, sono veramente pochi, gli studenti sono spesso costretti a passarsi i libri tra loro o a fotocopiarli. Con ABCD vogliamo rendere queste risorse aperte a tutti, provando a collaborare con la Biblioteca d’Ateneo per rendere i testi più reperibili. Potrebbe esserci una migliore selezione dei manuali consigliati, basandosi anche sull’effettiva reperibilità di questi testi.

Allinterno del vostro programma elettorale proponete il miglioramento dei servizi igienici. Quali carenze avete riscontrato?
Molte volte le aule che frequentiamo versano in uno stato poco consono alle norme igieniche e di sicurezza. Nei bagni la situazione non è delle migliori. Proponiamo di migliorare la manutenzione di aule e servizi igienici e di lavorare su un ambiente che possa favorire il rispetto per il prossimo. C’è bisogno assolutamente anche di sensibilizzare la classe studentesca da questo punto di vista.

All’interno del vostro programma elettorale ponete l’attenzione sul tema della sostenibilità ambientale. Quali soluzioni intendete adottare?
Abbiamo già avviato l’anno scorso una collaborazione con l’associazione “Voglio un mondo pulito” di Salerno per una raccolta rifiuti, volta a dare un messaggio su quanto sia importante la sostenibilità all’interno dell’Ateneo. Vogliamo ancora sensibilizzare la classe studentesca, proporre meno risorse cartacee e più digitali. Abbiamo molto a cuore questo tema, vogliamo spazi più vivibili. Io sono anche uno dei rappresentanti del nuovo progetto “Cambiamenti Unisa” per la rimodulazione della raccolta differenziata, non più strutturata sulla divisione delle materie prime, ma delle materie uniche, degli imballaggi. Io in primis mi impegno affinché ci siano sempre più progetti legati al tema per migliorare i nostri spazi. 

Il numero degli appelli previsti a Beni Culturali rispetta il numero minimo di appelli stabilito dalla Carta dei diritti e dei doveri degli studenti? Ci sono appelli per i fuori corso?
La regola è rispettata, abbiamo appelli a gennaio, febbraio, maggio, giugno, luglio e settembre. L’appello di dicembre è una sessione di recupero, non specificamente dedicata ai fuori corso. Per i fuori corso gli appelli sono spesso comunicati dai docenti stessi, oppure sono dedicati a chi ha conseguito un minimo di 160 CFU. Credo sia un sistema che vada promosso dai professori, in modo da facilitare il percorso accademico dello studente e permettergli di arrivare alla laurea. Il numero degli appelli è adeguato al carico di studio, ne è problematica la gestione perché sono spesso troppo ravvicinati tra loro. Due esami da 12 CFU nello stesso giorno sono molto impattanti sugli studenti. Questo sistema spinge spesso a tentare un esame, non a studiarlo nei tempi giusti e con serenità.

È previsto per l’anno 2025 il rinnovo della carica di Rettore ad Unisa.  I rappresentanti eletti nei vari Consigli didattici potranno partecipare al voto. Sei candidato al Consiglio Didattico di Beni Culturali. Quale criterio adotterete per esercitare al meglio il vostro diritto di voto? Proverete a coinvolgere la classe studentesca?
Coinvolgerei sicuramente la classe studentesca. Per quanto riguarda le elezioni, credo che un Rettore debba tenere in primis agli studenti e alla loro opinione per prendere qualsiasi decisione. La nostra voce è importante. Voterei un candidato che possa rendersi disponibile per la classe studentesca, che non trascuri le loro esigenze e le loro domande. Un Rettore che si avvicini agli studenti e ascolti ciò che hanno da dire. Penso che la comunità studentesca sia la componente più importante all’interno di un Ateneo.