15 Maggio 2024
Biagio Giannini è candidato al Senato Accademico del Polo Umanistico con Studenti Unisa. Lo abbiamo incontrato, in vista delle elezioni del 14-15 maggio, per chiedergli delucidazioni sulle istanze che, in quanto candidato, intende perseguire.
Fai parte dell’associazione Forma Mentis, che ha scelto di concorrere alle elezioni studentesche con la coalizione Studenti Unisa. Quali sono le motivazioni di questa scelta?
Forma Mentis è un’associazione storica, presente in Ateneo da circa otto anni, che opera soprattutto sul DISA – MIS e sul DISES. La scelta di appartenere a Studenti Unisa è una scelta naturale perché abbiamo ideali comuni e una visione della rappresentanza che si fonda sul concetto sano di avvicinarsi allo studente, e che si esplica in azioni quotidiane, senza nessun tipo di pressione o altro, solo sulla base di un ideale di fondo, che è quello di aiutare lo studente nel suo percorso universitario.
In relazione alla tematica delle Tasse, all’interno del programma elettorale, proponete tutta una serie di misure tra cui, citandone soltanto alcune, la riduzione del divario delle quote previste tra la IV e la V fascia, e tra la V e la VI, l’ampliamento del vaglio di coloro che possono ottenere un esonero o una riduzione della terza rata. Secondo voi, l’Università di Salerno applica un giusto criterio di tassazione?
Già la No Tax Area, estesa a 30.000 euro, è un ottimo risultato: è una misura di inclusione e garantisce il diritto allo studio per tutti in una maniera abbastanza ampia. Come è stato specificato nel programma, ci sono alcune cose che si possono sicuramente fare, come l’estensione della misura ai fuori corso, che io ritengo sia doverosa, perché non esistono studenti di serie A e di serie B. Un fuori corso è una persona che per sua stessa definizione ci sta mettendo un pochettino più di tempo per completare il suo percorso, ma non per questo motivo deve essere penalizzato con il pagamento di una rata più alta. Per questo motivo riteniamo di dover operare anche in questo senso.
All’interno del programma elettorale, fate riferimento allo studente fuori corso chiedendo l’estensione della NoTaxArea e del bando per il part-time anche per questa figura (attualmente il limite per entrambe le misure è quello del I anno fuori corso). Ritenete che la figura del fuori corso sia sfavorita?
Più che sfavorita, ritengo sia una categoria un po’ penalizzata. Per una questione di garanzia di uguaglianza di trattamento, non trovo giusto che venga limitata la possibilità di accedere al bando part-time. I motivi che possono spingere ad essere fuori corso possono essere molti, tra cui il desiderio di approfondire ciò che si studia. Ritengo sia giusto estendere una possibilità di questo tipo, come quella del part-time, anche a coloro che attualmente sono esclusi. Per questo lo abbiamo proposto.
Proponete l’istituzione di un Fondo di emergenza per gli studenti. In che modo sarebbe gestito? Quali studenti potrebbero aderirvi? In che modo sarebbe finanziato?
Per quanto riguarda la casistica, la previsione che abbiamo fatto vuole essere la più ampia possibile, perché le situazioni di emergenza possono essere le più disparate. Ad esempio uno studente che ha avuto un lutto familiare: se ha soltanto un genitore, e questo viene a mancare, vien da sé che per quello studente sarà difficile continuare gli studi. In virtù della garanzia della più ampia possibilità di godere del diritto allo studio, c’è bisogno che lo studente abbia la possibilità di essere attenzionato e di essere aiutato. La gestione va parametrata in relazione alle situazioni di difficoltà, ma deve essere una misura che deve tendere verso un completamento di tante casistiche possibili. Il dialogo con gli studenti potrà definire sicuramente anche la casistica nel dettaglio. Di base, ritengo che l’ideale di principio che sottende la manovra sia meritevole e nobile.
All’Università di Salerno è stata recentemente introdotta la figura del Garante dei Diritti degli Studenti. Nel vostro programma elettorale ne menzionate la figura prevedendo un ciclo di incontri che possa garantire un’interlocuzione costante tra la rappresentanza e il Garante. Quale ruolo immaginate di poter ricoprire in quanto rappresentanti? In quale modo favorirete la partecipazione degli studenti?
Il Garante dei diritti degli studenti, lo dice per sua stessa definizione, deve garantire agli studenti i loro diritti. È una figura introdotta da poco tempo in Ateneo, che è già possibile potenziare: nel nostro programma abbiamo proposto la possibilità che venga introdotto il servizio di ticket, per permettere allo studente di poter avanzare delle problematiche al Garante in modo da favorire un contatto diretto. Visto che abbiamo la possibilità di usufruire di strumenti informatici abbastanza importanti, perché viviamo in una società che si è modernizzata, uno strumento del genere può rivelarsi molto utile. Anche gli studenti, in qualità di rappresentanti, possono incidere su questo punto con delle interlocuzioni più frequenti. Il Garante è una figura di mediazione e di esecuzione che può essere sicuramente potenziata.
In merito alla Carta dei Diritti e dei Doveri degli Studenti, che è l’atto normativo che introduce la figura del Garante dei diritti degli studenti, quanta consapevolezza ritieni che vi sia da parte della classe studentesca sul suo contenuto? Ritenete si debba fare un lavoro di maggiore consapevolezza? Sapendo che solo attraverso una piena conoscenza dei propri diritti si può al meglio usufruire della figura preposta al rispetto degli stessi.
Sì, le due misure sono complementari. Il nostro programma elettorale è un programma che tende verso un obiettivo di fondo, che è quello di una maggiore inclusione degli studenti per ogni servizio. Va favorita una maggiore sensibilizzazione sui diritti, una maggiore interlocuzione con gli studenti: su questo sicuramente l’associazionismo e la coalizione possono fare molto. Va fatto di più per incentivare gli studenti alla possibilità di poter interloquire con il Garante, per favorire la definizione di problematiche che attualmente non sono rappresentate: perché i diritti per loro stessa definizione devono essere garantiti il più possibile.
In relazione alla presenza di barriere architettoniche (di cui fate menzione nel programma elettorale), quanto ritenete siano accessibili i Campus dell’Università di Salerno?
L’individuazione delle barriere architettoniche è di per sé molto complessa, perché ci sono situazioni specifiche che possono differire da struttura a struttura. Le persone che frequentano con abitudine un edificio possono rendersi maggiornamente conto delle barriere lì presenti rispetto ad una persona che quello spazio non lo vive quotidianamente. Un’analisi più approfondita di quelle che sono le barriere architettoniche esistenti, con indagini o con richieste da parte degli stessi studenti, di queste tipologie di barriere può essere molto utile. È necessario garantire una maggiore inclusione degli studenti che presentano disabilità particolari: ad esempio, non sono presenti percorsi per persone non vedenti. Prevedere dei percorsi di questo tipo è utile soprattutto per poter garantire una maggiore inclusione (ad esempio per arrivare alla mensa, o per raggiungere le aule). Questo è un discorso, quello sulla disabilità, che non deve fermarsi alla barriera architettonica. Ritengo sia opportuno informare i professori della possibilità di prevedere nuove figure di docenti, che possano aiutare gli studenti che presentano sordità: uno studente sordo ha difficoltà a poter finire una lezione dal momento che manca un docente che gli possa tradurre la lezione simultaneamente. Credo che un’università che tenda alla modernità, e che tenda all’ampliamento dei servizi, debba tenere conto delle esigenze degli studenti con disabilità. Anzi più degli altri, perché meritano una maggiore attenzione.
L’Open Campus è un punto del vostro programma elettorale: proponete l’apertura serale e nel weekend dei Campus. In che modo pensate di ottenere questi obiettivi, sapendo che il tema si lega inevitabilmente a quello dei trasporti?
Assolutamente, sì. Sono due tematiche fortemente collegate. È fondamentale prevedere la possibilità che le tratte vengano potenziate, per venire incontro agli studenti fuorisede che hanno difficoltà a raggiungere il Campus a causa della poca presenza di corse. Una maggiore interlocuzione, grazie anche al tavolo tecnico già istituito, e che possiamo potenziare, potrebbe permettere una maggiore definizione di tratte, non solo per permettere agli studenti di raggiungere l’università a studiare, ma anche di vivere il Campus in maniera più profonda. Per noi lo studente non è un atomo, che viene qui solo a studiare e a fare l’esame. È anche cittadino dell’università e, in quanto tale, deve essere attivo. Il programma Open Campus prevede la possibilità che l’università resti aperta per orari più ampi: fino alle 23:00, o anche nel fine settimana, estendendo la possibilità di usufruire di servizi quali la biblioteca per orari più lunghi, che consente allo studente di intrattenersi dentro il Campus, partecipando ad iniziative culturali, o al Teatro (è un altro punto del programma), a tutta una serie di incontri in cui con le associazioni si fa rete, si fa cultura. In questo modo, lo spazio universitario non sarà isolato ma più inserito nel contesto urbano; e l’università non sarà soltanto un luogo di studio ma anche di aggregazione e partecipazione.
Gli spazi sono una tematica costante nel dibattito accademico. Ritenete vi sia una carenza di spazi e/o una cattiva gestione degli stessi? Ritenete sia equo il criterio attualmente adottato dal bando per l’assegnazione degli spazi per le associazioni studentesche?
Si può prevedere un criterio di rotazione nell’utilizzo delle aule che sia un po’ più efficace. Questo è qualcosa che si può fare con un maggior coordinamento tra i Dipartimenti che usufruiscono degli stessi spazi. Anche perché, è capitato già che studenti seguissero un corso in una aula affollata, mentre parallelamente vi erano aule più grandi che venivano usufruite da un numero ridotto di studenti. Si potrebbe ipotizzare la costruzione di nuovi edifici, o magari la possibilità di riqualificare aree che attualmente sono chiuse. Su questo, il ruolo delle associazioni potrebbe essere importante. Per quanto riguarda il criterio di assegnazione degli spazi associativi, è senz’altro un criterio che ha una sua rilevanza. Se gli spazi sono limitati, deve per forza esserci un criterio di assegnazione degli stessi. Il criterio ha un carattere di natura qualitativa e un carattere di natura quantitativa. Per il primo, è chiaro che debbano essere premiate le associazioni che fanno eventi culturali, che sensibilizzano su aspetti importanti, per il secondo, questo si collega alla possibilità che le associazioni esprimano cariche di rilievo.
All’Università di Salerno è ora presente il Servizio Psicologico di base. Ritenete, con questo, esaurito il tema del benessere mentale degli studenti?
Penso che otto sedute siano poche. Non si può quantificare il sostegno che serve a uno studente in funzione di un numero di sedute. Il benessere psicologico è un argomento molto importante, non soltanto in ambito universitario ma anche in ambito sociale. Puntare verso un maggior benessere psicologico è fondamentale anche perché molti studenti vivono situazioni di difficoltà che possono riguardare il non superamento di un esame o delle difficoltà nel rapportarsi con gli altri. Per questo penso che vada aumentato Il numero di sedute e previsti più incontri per sensibilizzare sul tema. La possibilità di poterne parlare e di poter esprimere un po’ di malessere è un importante passo avanti.
Invece i servizi del Presidio Sanitario sono stati ridotti. Cosa proponete a riguardo?
Il servizio erogato dal Presidio è stato ridotto perché non è stato né qualificato né valorizzato. Penso sia un servizio fondamentale, e che possa essere intensificato prevedendo ulteriore personale. Va maggiormente diffusa la notizia della sua esistenza. Purtroppo in molti non sono a conoscenza della presenza della struttura: è importante che venga qualificato, che vi siano più servizi possibili a tutela della salute dello studente. In questo senso, un’altra cosa che abbiamo previsto è la presenza di distributori di parafarmaci: ritengo sia necessario che si possano trovare prodotti che possono servire allo studente per la cura personale, o anche nel caso in cui ci si faccia male. Si fa riferimento anche alla possibilità per le donne di poter usufruire di assorbenti, che è una tematica importante, e probabilmente con prezzi calmierati. Tutto questo va verso un’università che tutela il diritto alla salute.
Nel vostro programma elettorale, proponete di intensificare gli accordi con le strutture straniere. Quali criteri, secondo voi, andrebbero adottati per meglio individuare le strutture più adeguate?
Un criterio è senz’altro quello della spendibilità della lingua. Il ragionamento che è stato fatto nella stesura del programma è quello di individuare le strutture che possano garantire la maggiore fruizione di apprendimento: se uno studente ha una maggiore necessità di imparare l’inglese, o il francese o un’altra lingua, è giusto che possa vivere un’esperienza in quel tipo di contesto, anziché recarsi, ad esempio, in un’università spagnola che per quanto possa essere formativa a livello personale non è coerente con il suo obiettivo iniziale. L’obiettivo è quello di cercare di avere una maggiore individuazione di università che siano più vicine alle necessità di apprendimento linguistico.
Sul tema della sostenibilità ambientale, l’Ateneo ha adottato un nuovo sistema di raccolta differenziata e ha da poco iniziato la distribuzione delle borracce. Ritenete sia abbastanza? Cosa proponete a riguardo?
In relazione alla mensa, vogliamo favorire l’utilizzo di stoviglie in ceramica, o posate in acciaio, che possano garantire un minore impatto ambientale; vogliamo aggiungere gli erogatori d’acqua nel Polo di Avellino, che è stato istituito da poco; vogliamo stimolare una maggiore sensibilizzazione sull’argomento intensificando le informazioni sull’utilizzo corretto dei cestini. Tutto questo permetterà una maggiore sostenibilità ambientale.
Alla luce delle considerazione fatte, vuoi aggiungere qualcos’altro?
Un’altra cosa considerare sul tema del diritto allo studio, e a cui tengo molto, è la soglia ISPE che potrebbe essere aumentata e allineata con il contesto nazionale: in questo modo potremmo garantire una maggiore fruibilità dei diritti che ne conseguono.