DISPS o DISPSC: Il bivio

DISPS o DISPSC: Il bivio

30 Giugno 2020

Durante le giornate di orientamento per gli studenti delle scuole superiori (UnisaOrienta) da febbraio a marzo del 2019 si poteva notare una decorazione simpatica nei pressi del Chiostro della Pace, composta da alcune frecce segnaletiche che riportavano i nomi di tutti i dipartimenti dell’Unisa. Inconsueta era la presenza di due frecce che riportavano nomi nuovi: su una Dipartimento di Studi Politici e Sociali, sull’altra Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione. Ciò era strano dato che all’epoca esisteva solamente il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione (DISPSC), e non si era ancora diffusa la notizia che il Dipartimento si fosse diviso. Nessuno era a conoscenza della mitosi del Dipartimento, a parte evidentemente coloro che avevano agito per dividerlo.

Qualche mese dopo, quando la notizia si è diffusa, i primi problemi hanno iniziato ad emergere a Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali: una parte rilevante di professori e ricercatori si sarebbe trasferita al Dipartimento di Studi Politici e Sociali, di questi molti assegnati al  nuovo corso di laurea triennale Studi Diplomatici, Internazionali e sulla Sicurezza Globale (classe di laurea L-36, la stessa di Scienze Politiche), fra cui i docenti che maggiormente si occupavano di servizi per gli studenti, in particolare riguardo l’Erasmus, mentre il corso di laurea di Scienze Politiche e delle R.I. sarebbe stato afferente al Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione. Ovunque si mormorava che chi non avesse dato gli esami tenuti dai professori migranti entro la sessione estiva del 2019 sarebbe rimasto nell’oblio non potendo più sostenere l’esame con il rispettivo professore, che chissà quale destino gli sarebbe capitato.

Perplessità degli studenti certamente giustificate dalla mancanza totale di organizzazione e comunicazione del Dipartimento e i suoi organi. Molti professori erano all’oscuro come gli studenti. Col sopraggiungere dell’anno accademico 2019/20 nuovi disagi si sono manifestati per gli studenti di Scienze Politiche e R.I., soprattutto quelli degli anni successivi al primo: molti insegnamenti previsti dai piani di studi sono stati eliminati, e ne sono stati aggiunti di nuovi. All’inizio dell’anno accademico, nel periodo di tempo in cui gli studenti devono compilare il proprio piano di studi, di molti insegnamenti oltre al titolo nome non si conoscevano i programmi, i contenuti, i professori, le modalità d’esame. Alcuni corsi previsti nel calendario didattico fornito sulla pagina web per il primo semestre di quest’anno accademico sono iniziati con settimane di ritardo a causa della nomina tardiva di nuovi docenti, o addirittura sono stati rimandati al secondo semestre. Per gli insegnamenti di Lingua Francese, Storia Costituzionale, Storia delle Dottrine Politiche, Storia delle Istituzioni Politiche, pochi giorni prima dell’inizio dei corsi, o addirittura il giorno stesso, gli studenti non sapevano chi fosse il professore, quale manuale avrebbero dovuto acquistare, e anche durante il secondo semestre ci sono stati ritardi rispetto al calendario accademico. I corsi di lingua sono iniziati con settimane di ritardo.

L’eliminazione dell’insegnamento di lingua francese dall’anno accademico 2019/2020, a cui consegue la scelta obbligata degli insegnamenti di lingua inglese e lingua spagnola, è un grave fattore a discapito del corso a vocazione internazionale, considerando che il francese è una delle lingue ufficiali di lavoro negli organi dell’Unione Europea, ed è un requisito necessario per l’accesso a numerosi concorsi.

Ci auguriamo che i problemi per il prossimo anno accademico si risolvano e che chi si iscriva al primo anno di corso del nuovo dipartimento possa usufruire della nuova organizzazione interna senza riscontrare le difficoltà a cui molti hanno dovuto sottostare quest’anno. Indipendentemente da quale sarà il futuro per il neonato DISPC, i disagi emersi durante questo primo anno di assestamento sono stati rilevanti per la classe studentesca, soprattutto alla luce della quotidiana pressione esercitata affinché gli iscritti si impegnino a laurearsi nel minor tempo possibile.

Martina Bianchi

Articolo tratto dal bollettino informativo METAMORFOSI