Didattica a distanza: il consumo di giga non è più un costo

Didattica a distanza: il consumo di giga non è più un costo

26 Novembre 2020

La didattica a distanza in questi mesi è entrata a far parte della vita di intere famiglie, studenti e studentesse di ogni fascia d’età sono stati costretti ad interfacciarsi con un metodo che solo un anno fa sarebbe stato considerato atipico. Soggiorni, camere da letto o, in qualche caso, anche cucine sono diventate le nuove classi in cui recarsi al mattino per dare inizio alla giornata scolastica o universitaria. Il malfunzionamento del microfono o della webcam, le scuse per cercare di evitare le domande scomode. Cercare una stanza più silenziosa e sperare affinché il vicino non decida proprio durante le lezioni di rivoluzionare la casa sono elementi di preoccupazione che fanno da contorno a quella principale: avere sufficiente connessione internet. Gli studenti e le famiglie sono stati costretti a cercare soluzioni, a volte anche troppo onerose per le fasce sociali duramente colpite a livello economico, per far fronte al consumo continuo di rete utilizzata per la didattica a distanza, consapevoli che finire i gigabyte disponibili avrebbe significato rinunciare all’istruzione. 

In questo frangente entra in gioco l’iniziativa del Governo che inserisce la didattica a distanza tra le pratiche “zero-rating”, escludendo le piattaforme utilizzate dai consumi di giga per la connessione. Il progetto governativo è stato condiviso dai principali operatori di telefonia come Tim, Vodafone e Wind Tre che si sono adoperati nell’attuazione di offerte a costo zero. Nel caso del gestore Tim, l’azienda si è limitata a rinnovare la promozione gratuita e valida per un anno “E-Learning Card”, già messa in atto durante lo scorso anno scolastico, dando la possibilità ai propri clienti di attivarla semplicemente accedendo dall’area riservata al programma fedeltà “Tim Party”.

La Vodafone ha creato il “Pass Smart Meeting”, attivabile tramite l’app My Vodafone o nell’area Fai da te presente sul sito. L’offerta non comporta nessun costo e dopo tre mesi dalla data di attivazione non è previsto un rinnovo  automatico. Anche quest’azienda, nel comunicato stilato, ha voluto ricordare che nei mesi precedenti fino alla conclusione del precedente anno scolastico ha dato la possibilità agli studenti di non consumare i giga previsti nella propria offerta per la didattica a distanza.

La tariffa prevista dall’operatore Wind Tre è partita il 23 novembre con la promozione “Edu Time” che prevede 50 giga aggiuntivi ogni mese da utilizzare dal lunedì al sabato e dalle ore 8 alle 15. L’offerta non prevede nessun costo aggiuntivo per tutti i nuovi clienti che attivano una promozione “Voce e Internet” che hanno un’età inferiore ai 25 anni o l’offerta “Young” per coloro che ne hanno meno di 30. La promozione è attivabile, tramite l’app Wind Tre, anche per coloro con età al di sotto dei 25 anni che risultano già clienti. 

La ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, nel ringraziare la pronta risposta degli operatori di telefonia al suo appello per offrire a tutti gli studenti una didattica a distanza senza costo di rete, ha voluto sottolineare come lo Stato abbia investito oltre 400 milioni di euro per incrementare le risorse in ambito tecnologico per le scuole. Un esempio è riscontrabile nel decreto “Ristori” che ha destinato una parte dei finanziamenti per beneficiare di vari servizi tra cui: l’acquisto di PC o tablet da poter dare in comodato d’uso agli studenti con famiglie con basso reddito; la possibilità di pagare i canoni necessari per la fruizioni di particolari piattaforme digitali per l’apprendimento a distanza; l’abbonamento o l’acquisto di SIM per poter potenziare il servizio di connessione negli istituti.

La sinergia raggiunta con le società telecomunicazioni è un passo che guarda in special modo alle situazioni familiari di maggiore disagio, che sono quelle più gravemente esposte al rischio di esclusione sociale e di povertà educativa. La priorità resta quella di garantire pari opportunità di accesso ad un diritto primario, l’istruzione, a tutte le studentesse e gli studenti del nostro Paese ed evitare con ogni sforzo gap educativi difficilmente colmabili per i nostri ragazzi” è quanto si evince dalle dichiarazioni della ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. L’auspicio è che questo sia realmente solo l’inizio per la costruzione di una società in cui il digital divide scompaia completamente

Annaclaudia D’Errico