Scissione MIUR? la linea comica del 2020

Scissione MIUR? la linea comica del 2020

16 Luglio 2020

“2020, written by Stephen King”. L’enunciato è ormai presente su magliette e mascherine in numerosi e-commerce italiani ed internazionali. Qualche stylist azzarda, aggiunge alla firma del maestro dell’Horror la regia di Quentin Tarantino, fornendoci in definitiva, alla modica cifra di 10 euro,  la possibilità di rendere “pop” le proprie frustrazioni nei confronti di un’annata decisamente dimenticabile. Se per la maggioranza della popolazione il dovere di superare da soli la crisi economica si è del tutto impadronita del loro pensiero, per studenti e studentesse la posta in gioco è differente: si tratta di abituarsi ad un modo del tutto nuovo di imparare, a neo-metodi di valutazione, a sacrificare lo spazio sociale che scuola ed università creavano concentrandosi sull’apprendimento. In una parola: didattica a distanza (per chi ha il computer ed una linea wi-fi performante).

Plessi scolastici chiusi, atenei chiusi, servizi inefficienti, un disperato tentativo di salvaguardare la forma di una scuola che sembra scomparsa, ma che perlomeno ha ancora un briciolo di spazio all’interno dei palinsesti televisivi. L’università e la ricerca sembrano essersi vaporizzate nel nulla. E’ questo il primo prodotto della scissione del MIUR in due dicasteri avvenuto annunciato a dicembre dopo le dimissioni del Ministro Fioramonti, deluso dai mancati finanziamenti all’istruzione, lasciando il posto  a Lucia Azzolina per la scuola e a Gaetano Manfredi per l’università e la ricerca. Una scelta che, già prima dell’insediamento avvenuto a gennaio 2020, ha prodotto opinioni estremamente contrastanti. Se per alcuni la scelta di scindere il Miur ha rappresentato una svolta nella gestione di scuola e università, sperando in una maggiore attenzione, da parte del dicastero, ai definanziamenti che da anni la comunità accademica subisce, per altri la separazione produrrà soltanto nuove spese a carico dei cittadini. A dicembre, il CODACONS scendeva con il piede di guerra contro la manovra con un esposto alla Corte dei Conti: “lo sdoppiamento comporterà costi ingenti per i cittadini, poiché porterà ad un trasferimento di compiti e personale, con un aumento non indifferente delle spese”.

La richiesta al Presidente della Repubblica era quella di non firmare la nomina dei due ministri “se la nuova misura non sarà a costo zero”. L’emergenza sanitaria sembra aver fagocitato, a discapito di tutta la comunità scolastica e accademica, qualsiasi discussione sulla gestione di fondi e sulla promozione di una nuova idea di didattica, di salvaguardia del diritto allo studio, di nuovi progetti e proposte per rilanciare scuola, università e ricerca cercando di annullare qualsiasi disparità sociale e rendendo la formazione accessibile a tutti i cittadini. Il nuovo focus, per Azzolina e Manfredi, è il “come” studiare, senza purtroppo focalizzarsi sul “perché” si studia e perché è fondamentale rendere lo studio praticabile da tutti.

I sospetti avanzati dal sindacato studentesco Rete della Conoscenza, poco più di un  mese prima dello scoppio della Pandemia sembrano essere, al netto degli avvenimenti più recenti, si rivelano fondati: la separazione dei due dicasteri ha soltanto portato ulteriori divisioni all’interno di una gestione scolastica e accademica già in bilico, dimenticando che l’accesso allo studio dovrebbe essere estremamente semplice dai primi anni di formazione agli ultimi. “La filiera formativa, dall’asilo nido fino all’università, deve essere indirizzata verso un progetto complessivo e democratico che garantisca accesso gratuito a tutte e a tutti”. Scuola e università non hanno esigenze specifiche diverse, anzi pretendono che alla base della propria amministrazione ci sia un progetto, un’idea, un ideale comune che renda il percorso di studi omogeneo e utile alla crescita dell’individuo. Ci ritroviamo invece con una didattica online, ma senza un computer per tutti e regole assurde per sostenere esami di stato ed esami universitari. Di diritto allo studio nemmeno l’ombra. Soltanto numerosissimi meme sulle scenette comiche di docenti, alunni e studenti alle prese con microsoft team. Perché la didattica, in questo nuovo scenario horror, rappresenta soltanto la linea comica della sceneggiatura.

Maria Vittoria Santoro

Articolo tratto dal bollettino informativo METAMORFOSI