Il possibile danno ambientale della fase 2

Il possibile danno ambientale della fase 2

22 Maggio 2020

La strategia adottata dall’Italia per contrastare la pandemia del Sars-Cov-2 è costituita da varie fasi. La prima di queste è iniziata ufficialmente il 10 marzo con il decreto soprannominato “Io resto a casa” con l’entrata in vigore di elevate misure di contenimento che hanno portato come conseguenza diretta il confinamento tra le mura di casa per la maggior parte dei cittadini. Da poche settimane, però, l’Italia è entrata nella Fase 2 della strategia, quella di “convivenza con il virus” come spiegato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Uno step che è basato sul buonsenso che dovrebbe accomunare ogni cittadino, ma non tutto sta andando secondo quanto programmato. Se durante la Fase 1 il pianeta terra ha iniziato a respirare un po’ dopo anni di inquinamento di ogni genere, una volta iniziata la seconda quest’ultimo generato dall’uomo è tornato stavolta con guanti e mascherine non smaltite correttamente, finendo a coprire intere strade e a galleggiare tra i mari.

Una stima del Politecnico di Torino dice che per la Fase 2, in cui verranno progressivamente riavviate attività produttive e sociali, serviranno 1 miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti al mese. Se anche solo l’1% delle mascherine venisse smaltito non correttamente e magari disperso in natura, questo si tradurrebbe in ben 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente. Considerando che il peso di ogni mascherina è di circa 4 grammi questo comporterebbe la dispersione di oltre 40mila chilogrammi di plastica in natura: uno scenario pericoloso che va disinnescato”. Il timore che la Presidente del WWF, Donatella Bianchi, ha esternato alla vigilia della Fase 2 sta diventando pian piano realtà. I dispositivi di protezione, tra i quali mascherine e guanti, saranno i maggiori alleati per fronteggiare il diffondersi della pandemia. Compagni di battaglia a cui dovremmo dare il giusto e meritato riposo una volta conclusasi la loro missione. Smaltire correttamente nell’indifferenziato possibilmente servendosi dei due sacchetti uno dentro l’altro affinché non vengano dispersi nell’ambiente, è la soluzione migliore e l’invito di molti Comuni in attesa di altre direttive a livello europeo e nazionale. Una proposta lanciata alle istituzioni da parte di Donatella Bianchi, per difendere il Mediterraneo, riguarda la predisposizione di opportuni raccoglitori per mascherine e guanti nei pressi dei porti dove i lavoratori saranno costretti ad usare queste protezioni per operare in sicurezza. Ovviamente, sarebbe opportuno installare i raccoglitori anche nei parchi, nelle ville e nei pressi dei supermercati in modo da tutelare sia la salute del singolo che dell’ambiente.

Dei ritrovamenti di mascherine e guanti per le strade sono state fatte anche a Salerno, avvenimenti denunciati dall’associazione “Voglio un Mondo pulito” che continua a lavorare per evitare che la situazione peggiori ultimamente. L’augurio è quello di non assistere in Italia a ciò che è accaduto qualche settimana fa in Canada. Nella provincia della Columbia Britannica, la cittadina Sandra Denisuk ha pubblicato su Facebook alcune immagini che mostrano un uccello con una mascherina chirurgica blu avvolta sotto il becco, fino ad arrivare all’ala. Una vittima innocente della negligenza dell’uomo rimasto incastrato ad un albero per due giorni, il volatile non è riuscito a salvarsi nonostante l’intervento della donna che, successivamente, ha denunciato l’accaduto facendo appello alla responsabilità di ogni cittadino chiedendo di non lasciare mascherine e guanti a terra. Consapevolezza, buon senso, responsabilità. Elementi cardine che dovrebbero essere coltivati non solo durante le varie fasi della strategia prevista per fronteggiare il virus, ma dovrebbero accompagnare l’essere umano sempre. Ogni giorno, come fedeli alleati, durante la battaglia per la tutela dell’ambiente e per sconfiggere nemici di lunga data che assumono diverse forme: i danni ambientali.

Annaclaudia D’Errico