Il Calcio contro L’Iron Lady

Il Calcio contro L’Iron Lady

13 Aprile 2013

Per spiegare il difficile rapporto tra la Thatcher e il Calcio, o meglio ancora, una parte specifica e fondamentale quella dei tifosi, si può partire da un coro che i fan del Liverpool in questi anni gli hanno sempre rivolto.

Sulle note conosciutissime del celeberrimo “Perché è un bravo ragazzo…” che chissà quante volte avremmo dedicato ad amici e parenti , si nascondono parole tutt’altro che gioviali e beneaguranti: “When Maggie Thatcher dies.” La decisione della Football Federation di non far rispettare il minuto di silenzio in tutti gli stadi inglesi, è stata presa tenendo conto del rancore covato in questi anni, dai tifosi nei confronti dell’Iron Lady che ha rivoluzionato, in tutti i sensi, il mondo del calcio britannico.

Il 16 aprile del 1989 risultò essere la data che provocò quel cambiamento, semifinale di FA CUP tra Notthingam Forest e Liverpool all’Hillsborough Stadium, l’esito che verrà ricordato non sarà quello sul campo, ma quello dei morti ben 96. Quell’accaduto, da parte del governo thatcheriano, fu strumentalizzato addossando la colpa ai tifosi per la strage. Aprendo così la strada, a quella rivoluzione che vide estromettere la Working Class dagli stadi britannici, a favore di una Premier League per una cornice di pubblico benestante e un calcio sempre più sponsorizzato e privo di quella vocazione popolare.

Nel settembre 2012 il vescovo di Liverpool James Jones, portò alla luce, 23 anni dopo, una sequenza di informazioni false fornite dalla polizia del South Yorkshire per insabbiare le proprie responsabilità a discapito della violenza dei tifosi, rea di aver causato quelle innumerevoli vittime. Ciò provocò le conseguenti scuse del Primo Ministro Cameron: “chiedo scusa da parte del governo e da parte dell’intera Nazione sono profondamente dispiaciuto che questa doppia ingiustizia sia stata avallata a lungo”.

L’eredità lasciata dalla Thatcher è questa: stadi ristrutturati, costi dei biglietti così alti che la fascia meno abbiente è costretta a rifugiarsi in qualche pub, aste per i diritti tv che provocano l’interesse degli uomini più potenti di tutto il mondo, ne citiamo due in particolare: Roman Abramovich, presidente del Chelsea, quindicesima persona più ricca del mondo con un patrimonio di 23,5 miliardi di euro. Mansur bin Zayd Al Nahyan ,presidente del Manchester City, sceicco di Abu Dhabi, basta per poterne capire il patrimonio economico.

Alla Thatcher viene dato un merito, che è quello di aver debellato la violenza negli stadi inglesi, se è vero che i dati son diminuiti notevolmente, vero è che ci sono stati episodi di notevole valenza in questi anni: Incidenti al termine della semifinale di ritorno di Carling Cup tra Birmingham City e West Ham con 17 tifosi arrestati nel 2011 fuori dall’impianto di gioco, un anno prima lo stesso stadio però stavolta con i rivali dell’Aston Villa lanci di razzi e fumogeni: 5 arresti e 14 feriti.

Altri episodi da ricordare di questi anni sono gli scontri avvenuti, quasi annualmente fino a quando si sono incontrati, tra West Ham e Millwall. Rivalità storica che ha visto nel 2009 l’apice con disordini dentro e fuori l’Upton Park, stadio del West Ham. Dunque da questi dati si può dare una lettura di come la violenza sembra essere stata, più che debellata come gli è stato sempre riconosciuto alla Thatcher, respinta dagli stadi, ma sempre viva tanto come visto sopra, da ritornare con i suoi strascichi di veleno in alcune partite.

Lo stravolgimento sociale che ha avuto lo stadio, ha portato dunque sui comodi sediolini l’upper class relegando fuori i ceti più popolari del popolo britannico. Chi ora tende a disapprovare questo simbolico minuto di silenzio per l’Iron Lady è quella parte che ha vissuto fino alla fine degli anni 90, sentendosi ora defraudata, lo stadio come punto di aggregazione, privo di qualsiasi differenza sociale, ma incline ad unire per la stessa passione.

La risposta alla morte della Thatcher si avrà il 16 aprile, in quei 60 secondi di ricordo per le vittime della strage dell’Hillsborough: 23 anni di silenzio prima della verità.

Gian Luca Sapere