Biblioteca filosofia: vandalizzata l’idea di uno spazio per gli studenti

Biblioteca filosofia: vandalizzata l’idea di uno spazio per gli studenti

2 Maggio 2019

Il 26 aprile per i ragazzi del collettivo Link-Filosofia non è stato un venerdì entusiasta che porta con sé la gioia del weekend, è stato, invece, un giorno all’insegna del dispiacere e, a tratti, anche della rabbia. Il giorno dopo la festa della liberazione, gli studenti hanno scoperto che la biblioteca di filosofia, da loro autogestita, era stata vandalizzata e gli autori, oltre a rompere il lucchetto ed alcune staffe, hanno rubato del materiale appartenente all’associazione, tra cui anche uno striscione che il collettivo utilizzava durante le colazioni sociali o manifestazioni da loro organizzate.

L’autogestione della biblioteca di filosofia è un’iniziativa che fa parte della campagna “404 – Space not Found” organizzata da LINK generale e nasce dall’esigenza di dare un’idea diversa di quella che è la vita universitaria. Ad oggi, l’università viene vista quasi esclusivamente come un esamificio dove lo studente non deve far altro che non contempli lo studio e la produzione di risultati in tempi brevi. Per i ragazzi dell’associazione Link, l’idea stessa di università va oltre l’acquisizione di competenze, per loro questa rappresenta un luogo di formazione. L’obiettivo del progetto è quello di riappropriarsi degli spazi dimenticati del campus per venire incontro agli studenti che spesso hanno difficoltà nel trovare aule studio o luoghi affini. La biblioteca, o meglio, ex biblioteca di filosofia è uno tra i tanti spazi inutilizzati che si trovano in ateneo.

Nel 2010, a seguito dell’istituzione della riforma Gelmini che prevedeva la soppressione delle facoltà e la scissione in dipartimenti, la biblioteca di filosofia è rimasta condivisa tra DISUFF (Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione) e DISPAC (Scienze del Patrimonio Culturale). Per quanto questo spazio fosse conteso tra i due dipartimenti, ciò non ha contribuito alla sua chiusura, perché ha continuato ad essere a disposizione degli studenti di filosofia grazie al contributo di una persona che si occupava di aprirla, pulirla e svolgere tutte le mansioni necessarie per concedere ai ragazzi la possibilità di consultare o prendere in prestito il materiale di cui avevano bisogno. Dopo un po’ di tempo, questa persona che si era presa carico della biblioteca, è andata in pensione e, come conseguenza, i libri sono stati spostati chissà dove e lo spazio è rimasto inutilizzato fino a qualche settimana fa. All’inizio di aprile, il collettivo Link – Filosofia ha deciso di far funzionare nuovamente un luogo che loro non avevano dimenticato, autonomamente hanno riposto all’intero della stanza vuota un armadietto e delle staffe, comprando tutto il materiale di cui avevano bisogno per assemblare i pezzi. Prima di fare ciò, qualche mese fa il collettivo ha provato a portare all’attenzione del Consiglio Didattico la questione della riapertura della biblioteca, ma dato il coinvolgimento di due dipartimenti la richiesta è stata fatta rimbalzare tra i vari vertici senza arrivare mai ad una conclusione.

I ragazzi dell’associazione hanno fatto il primo passo, spianando la strada a tanti studenti che hanno colto l’occasione per donare un libro, dando a quest’ultimo la possibilità di essere condiviso da tutti. È anche grazie a loro se la biblioteca è tornata ad essere popolata da studenti e studentesse che hanno la voglia, o anche il bisogno, di vivere un luogo all’insegna della solidarietà e della formazione. L’atto vandalico del 26 aprile è solo una semplice battuta d’arresto da cui i ragazzi di Link non hanno intenzione di farsi sopraffare. Il fatto stesso di non dare la caccia a colpevoli con teorie futili e concentrare tutte le energie nel riaprire la biblioteca in tempi brevi, ne è la dimostrazione. Il timore che una situazione così spiacevole possa accadere di nuovo c’è sempre, ma non è questo che fermerà la campagna. Potranno vandalizzare la biblioteca tante volte, ma altrettante i ragazzi del collettivo saranno pronti a rimetterla in sesto per aprirla agli studenti che ne hanno bisogno.

Annaclaudia D’Errico