Nel 1971, il celebre attivista per i diritti dell3 omossesuali Craig Rodwell, usò per la prima volta in un articolo di un quotidiano militante, il Gay Activist, il termine “eterosessismo”. Negli anni successivi, il neologismo apparve su alcuni dizionari, in analogia con il termine sessismo, per estendere la discriminazione praticata da un sistema di potere in base al genere anche all’orientamento sessuale. Nel 1977, il Combahee River Collective, organizzazione di donne lesbiche e nere, utilizzò lo stesso termine in una nuova accezione nel suo manifesto. L’eterosessismo si intrecciò con la parola “eteropatriarcato”: il dominio maschile ed eterosessuale venne individuato come principale responsabile della marginalizzazione di donne, uomini e persone che deviano le regole di un sistema socioculturale etero normativo.
L’evolversi della società, l’eterosessimo e l’eteropatriarcato, lo ha messo in discussione con numerosi strumenti culturali e politici. Le identità si muovono verso la normalizzazione della diversità intrinseca del genere, dell’orientamento sessuale e relazionale. La celebre sigla LGBT è in espansione. Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersessuali, Asessuali, rivendicano il proprio diritto ad esistere, ad essere tutelat3 dalla legge, dal sistema sanitario, dalla cultura del proprio paese, a scuola, a lavoro, nella propria famiglia. Il + finale della sigla LGBTQUIA+ è il simbolo dinamico della queerness, delle persone che non si riconoscono in nessun genere, di chiunque si identifichi in qualcosa che nelle norme prestabilite non è previsto. Essere previst3 è l’obiettivo primario di una società inclusiva, democratica, sana. Se il linguaggio aiuta a riparare questa mancanza, il mancato riconoscimento di ogni soggettività da parte delle istituzioni di molti paesi nel mondo rappresenta ancora una frattura con una società che cambia continuamente.
Nel 1990, l’omosessualità fu per la prima volta eliminata dalla lista della classificazione delle malattie mentali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Quattordici anni dopo, nasce una giornata mondiale dedicata alla discriminazione delle persone omossessuali, diventando poi nel tempo un evento di riferimento per chiunque subisca una discriminazione omobilesbotransfobica. La battaglia contro l’eterosessismo e l’eteropatriarcato è, in questo momento storico, un monito per la società. Il prefisso “etero” è ancora fondamentale per sensibilizzare la comunità su quanto il sistema di potere attuale poggi ancora le fondamenta sulla messa in atto di privilegi dedicati all’orientamento e al genere considerato norma. Riguarda le persone eterosessuali, che devono decostruire il proprio privilegio e lo stigma interiorizzato per combattere gli abusi di potere a cui assistono quotidianamente. Riguarda tutt3, perché nessuna lotta alla discriminazione deve essere privilegiata rispetto ad un’altra. Il femminismo intersezionale è l’unica pratica possibile per una politica che si prende cura di tutt3.